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 Dalle tenebre alla Luce - Passi salienti Riduci

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22 aprile 1998, Mercoledì

 
Durante la Santa Messa, lo Spirito Santo mi dona questa immagine vivissima e profondamente profetica:

Vedo nel mio cuore una collina sopra la quale sorge una Croce con Gesù morto. Il cielo è tenebroso, lampi e tuoni paurosi si avventano su questa collina.

Poi, lo Spirito Santo mi porta a osservare la particolarità di questa Croce: da qualsiasi parte la si osservi, presenta sempre il corpo di Gesù. Ossia non la si vede mai di lato o posteriormente, ma sempre davanti. È come se Gesù volesse rendere viva testimonianza della sua morte per noi, simultaneamente a nord, sud, est, ovest. È come se dalla Croce sul Calvario, Gesù volesse, con il suo Sacrificio, abbracciare tutto il mondo, in un unico abbraccio d’amore universale.

Non è facile spiegare tutto questo.

Poi, piano piano, è come se un fuoco vivo, una luce, nascesse dalla Croce e infiammasse questa collina.

È come se tutto riflettesse questa luce.

Poi, sempre più chiaramente, si staglia una Croce immensa, Gloriosa. Gesù non è più sulla Croce.

Lui, Lui stesso è la Croce!

Oserei dire: la Croce è Persona, è Lui vivo.

E questa Croce ha le stesse caratteristiche: la si può vedere contemporaneamente da nord, sud, est, ovest.

La Croce ha le sue braccia spalancate ovunque la si scorga.

È qualcosa di misterioso e miracoloso!

Poi vedo tutto intorno alla collina, tante stradine a raggiera che portano alla Croce.

Non posso vedere la base della collina perché è buio; ma man mano che si sale verso la Croce, la luce si fa più intensa. Allora vedo l’umanità salire verso la Croce, chi più faticosamente e chi più speditamente. E penso dentro di me:

"E' l'esodo! come un tempo verso la Terra promessa ora verso la Croce Gloriosa, promessa e anticipo del suo ritorno glorioso".

O mio Signore, sarà presto?

Presto Tu tornerai e ognuno Ti vedrà!

È troppo bello ciò che vedo e la pace che porta nel mio cuore!

Vieni, vieni presto, Gesù!

Voglio gridarlo a tutto il mondo:

«Gesù sta per tornare! attendiamolo! Alleluia!»

Allora sento nel mio povero cuore:

«Sì, piccola, tornerò presto!»

E Gesù sorride stanco!

Amen.


23 maggio 1998, Sabato

 

Oggi, molto in anticipo sul previsto, il pittore mi ha consegnato i dipinti della Croce Gloriosa.

Oh, mio dolce Signore, Tu e solo Tu li hai pensati e Tu hai guidato ogni cosa. Mai avrei potuto io pensare una cosa tanto grande! Veramente in essi è contenuta tutta la sostanza del libro.

Basta uno sguardo a questa immagine per essere assorbiti interamente dal tuo Pensiero, dal tuo Amore, dalla tua sconfinata Misericordia: in essa la speranza per me e per tutta l’umanità di «cieli nuovi e terra nuova», in Te, Luce del mondo!

Con queste emozioni, mi reco alla Santa Messa prefestiva e chiedo a Gesù di consacrare questo dipinto affinché diventi strumento di conversione e salvezza per tutti coloro che lo conosceranno e, all’improvviso, ecco il mio Gesù sull’altare!

Egli tiene tra le mani il quadro della Croce Gloriosa, lo alza al cielo e prega così il Padre:

 

Padre Santo

nel mio Nome

da vita a questa Croce

affinché si realizzi nella tua Volontà

tutto ciò che questa tua piccola figlia Ti domanderà

nel mio Nome

e per la gloria della mia Croce!

 

Mentre Gesù prega così, con gli occhi al cielo, la sua figura bianca di Luce, si fa immensa fino a sconfinare dalla chiesa stessa; anzi direi fino ad assorbirla, fino ad assumere in Sé ogni cosa.

Non vedo più nulla, soltanto questa Luce!

Poi, come attratta da una forza, alzo gli occhi al Cielo e vedo che il dipinto della Croce Gloriosa è ai piedi della SS. Trinità, e... vorrei essere io stessa pittrice per poter dipingere a mia volta ciò che vedo.

Poi ancora vedo questo quadro scendere di nuovo sulla terra. Una moltitudine di persone sosta in silenzio profondo davanti a questa icona che pare veramente viva. Dal Volto di Gesù esce come una melodia: «Venite a Me!» È indescrivibile ciò che vedo, ma ogni persona e ogni Volto è trasformato nel volto di Gesù!

Non so come tutto questo possa realizzarsi... ma Tu, mio Signore, sono sicura, continuerai a guidarmi affinché possa compiere ciò che Tu vuoi!

O mio unico Signore, mio unico Dio, unico Salvatore del mondo! Sì, presto l’umanità intera potrà, se lo sceglierà, avere il tuo Volto, perché da sempre noi siamo stati creati a tua immagine e somiglianza, dall’Amore infinito di Dio!

Tutto questo avverrà nella Chiesa per mezzo del Cuore Immacolato di Maria! Allora parteciperemo con il trionfo del suo Cuore, al trionfo della tua Gloria! Per sempre!

Vieni presto, Gesù!

 

31 agosto 1998, Lunedì


In questi giorni sento profondamente dentro di me il «grido silenzioso» di Gesù: «Sitio!» È incominciato là, nella cappellina di C., durante l’adorazione notturna. Mi ha poi accompagnato durante tutta la sofferenza di quei giorni e mi ha seguita qui a casa, nella solitudine dolce a cui mi ha costretto il mio piede infermo.

È come se Gesù, non desiderasse altro dal mondo, che l’amore, il nostro amore, che è sempre povero e piccolo!

L’invocazione di Gesù: «Ho sete!» non mi ha più lasciata, ma questa mattina durante le preghiere e poi durante una lettura su Maria Santissima, Gesù ha parlato nel mio cuore:

«Piccola, è tempo che l’umanità mi doni il suo amore, perché l’Amore soffre».

Gesù, mi è stato obiettato che, una persona ferita, malata e tormentata da satana, non è capace di darti amore. Si è dubitato di questa immagine come non proveniente da Te.

«Piccola, l’uomo può recitare molte preghiere, può cantare e lodare, può partecipare a tutte le funzioni religiose, può ricevere anche i Sacramenti e può non donarmi il suo amore.

Dirai che Io, l’Amore, chiedo l’amore, perché per donare l’amore ci vuole consapevolezza. Non si può donare l’amore senza la consapevolezza, poiché l’amore stesso è nella volontà di donare amore.

Dirai che nessun uomo può misurare la sua capacità di amare l’Amore, perché l’Amore soltanto è la misura dell’amore. Ma come la bilancia pesa ogni più piccola unità di misura, così l’Amore misura ogni più piccolo palpito d’amore.

Ho bisogno, Io, l’Amore, dell’amore dell’uomo!

Come l’offerta della vedova, passò nella storia dei secoli, perché era tutto ciò che aveva, così il più povero dei vostri amori verrà innalzato con Me nella gloria come l’offerta più gradita al Padre, perché solo l’Amore salva e l’uomo verrà salvato dall’Amore, per il suo amore.

Quando l’uomo si incontrerà con l’Amore, l’Amore non gli domanderà quante preghiere ha fatto, quante Sante Messe ha partecipato, quanti gruppi di preghiera ha frequentato, ma quanto ha amato.

Perché l’amore, più è misero e più viene donato a Me, più è offerta della vostra povertà che Io, l’Infinito Amore, posso colmare.

Soltanto donandomi l’amore, voi mi donate il vostro cuore, così com’è perché Io, l’Amore, possa unirlo al mio.

Bambini miei, donatemi l’amore, senza timore, perché Io desidero amarvi così come siete.

Amami come sei, figlio mio! Se aspetti di saper amare, non amerai mai, perché non avrai saputo imparare dall’Amore.

Ho sete, figli miei, della vostra povertà, perché solo in Me si fa ricchezza.

Ho sete, figli miei, della vostra piccolezza, perché solo in Me si fa grandezza.

Ho sete, figli miei, della vostra sofferenza, perché in Me si fa offerta.

Ho sete, figli miei, del vostro amore, perché in Me si fa redenzione.

Non aspettate di essere grandi, di essere guariti, liberati, sanati nel corpo e nello spirito, per donarmi il vostro amore, perché senza il vostro amore io non posso guarirvi, liberarvi, sanarvi!

Io, Gesù, l’Amore, vi amo!»

O Gesù mio, quale preghiera più dolce: «Ti amo, Gesù!»

Prima di C., il 17 agosto, con alcuni amici, ho fatto visita a una suora di clausura, suor Maria Angelica, Romita Ambrosiana. Ha ormai 87 anni e la sua vita è trascorsa cuore a cuore con Gesù. A 20 anni era già in clausura.

Il colloquio con lei è stato particolare.

Ogni nostra richiesta a Lei, di preghiera, ogni consiglio, riceveva questa unica risposta:

«Amate Gesù, amate Gesù, amatelo tanto! Lui stesso mi ha chiesto di amarlo e io mi sono stupita che avesse bisogno del mio amore di povera creatura. Ma Gesù mi ha detto di dirlo anche agli altri: Amate Gesù, amate Gesù, amatelo tanto!»

Il mio povero cuore non aveva compreso bene tutto questo, solo ora lo comprendo... e Gesù mi ha confermato:

«Piccola, una richiesta al mondo di amore attraverso di te, mio strumento, non poteva nascere che dalla Croce.

Il trionfo del mio Amore per l’umanità si è compiuto là sulla Croce, con il mio Sangue.

Il trionfo del mio Amore e dell’amore dei miei figli si compirà nella Croce Gloriosa.

Era necessario che tu soffrissi in quei giorni, perché questo mio progetto si realizzi.

Ti amo, piccola, donami ogni giorno il tuo amore».

«Sì, mio Signore, mio unico, eterno Amore!»

Amen!

 

Ho ricevuto nel cuore la recita di una coroncina semplice: «La Coroncina dell’Amore». Così l’ho sentita nominare da Gesù!

Anche di questo parlerò al mio Padre Spirituale.

Da qualche giorno mi si presenta nel cuore una corona del Rosario ma un po’ particolare. Soprattutto avverto che la recita di questa corona è particolare.

Questa mattina chiedo spiegazioni a Gesù in preghiera. E Gesù, mio Amore Infinito, così mi risponde:

«Per questi ultimi tempi, accanto alla devozione a mia Madre (Santo Rosario), Io desidero che mi esprimiate il vostro amore con la recita di una coroncina così, come ti mostrerò».

 

 

CORONCINA DELL’AMORE

 

      Segno di Croce.

 

      — O Dio, vieni a salvarci.

      — Signore, vieni presto in nostro aiuto.

      — Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

      — Come era nel principio, ora e sempre,

                  nei secoli dei secoli. Amen.

 

      Sui grani del Padre nostro:

      Gesù mio, Amore mio, confido in Te.

 

       Sui grani più piccoli:

      1ª Decina: Gesù mio, ti amo, perdona...

      2ª Decina: Gesù mio, ti amo, salva...

      3ª Decina: Gesù mio, ti amo, guarisci...

      4ª Decina: Gesù mio, ti amo, libera...

      5ª Decina: Gesù mio, ti amo, santifica...

 

      Recitare il Credo

 

      — Gesù, io amo la tua Chiesa, salvala!

      — Gesù, io amo la tua Chiesa, salvala!

      — Gesù, io amo la tua Chiesa, salvala!

 

      Per il trionfo del Cuore Immacolato di Maria:

      Ave Maria...

 

      Perché venga presto Gesù nella sua gloria:

      Padre nostro...

      Gloria al Padre...

 

      Amen!

 

Gesù mi mostra come dovrà essere la corona da usare e dice:

«I grani saranno:

– di colore rosso per gli adulti perché il rosso è il colore del mio Sangue sparso per voi;

– di colore bianco per i bimbi: perché il loro amore è puro;

– di cristallo: perché l’amore vero è trasparente come il cristallo.

La catena, la medaglia e il crocifisso devono essere di colore oro: perché i vostri cuori saranno fusi e modellati come l’oro dal mio Amore.

La medaglia dovrà raffigurare da un lato Gesù Misericordioso e dall’altro la Madonna della Medaglia Miracolosa.

Il crocifisso richiamerà la Croce Gloriosa con la scritta: “Ecce crucem Domini” e dall’altro lato raffigurerà i due SS. Cuori uniti.

Sarà inoltre chiamata: Coroncina dell’Amore”.

Così sia!

 

25 settembre 1998, Venerdì

 

Sto recitando il Santo Rosario.

Al terzo mistero glorioso, recito la Sequenza allo Spirito Santo, quando, improvvisamente, sento dentro di me una voce dolcissima:

«Io sono lo Spirito d’Amore!

Io sono colui che procede dal Padre e dal Figlio!

Io sono l’Alfa e l’Omega con Gesù Cristo!

Io sono il soffio che genera la vita!

Io sono lo Sposo di Maria!

Io sono la voce della Chiesa!

Io sono l’anima di chi abito!

 

Se tu mi chiami, Io vengo a te perché:

 

Io sono colui che soffia dove vuole!

Io sono colui che non ha né spazio né tempo!

Io sono colui che abita in ogni luogo e in ogni cuore!

Io sono ogni moto d’Amore!

Io sono l’aurora e il tramonto!

Io sono il tuo presente e il tuo futuro!

Perché prima che il mondo fosse Io ero!

Io sono “Persona” con il Padre e il Figlio!»

 

Nota: «Io vengo a te» significa: «Io mi rendo presente, percettibile», poiché già lo Spirito Santo è in noi.

 

La voce dentro di me continua:

«In questo anno dedicato a Me, pochi mi hanno invocato!

Voi non sapete, figli miei, che da Me viene ogni sapienza e ogni scienza?

Non sapete che senza di Me, non potete approdare alla Verità tutta intera?

Non sapete che senza la mia Luce, voi non potete comprendere l’opera di Dio in voi?

Non sapete che se Io non scendo dentro di voi, voi rimanete nelle tenebre?

Non sapete che Io attendo, come ogni mamma, di essere chiamato dal mio bambino? Perché essendo Colui che genera, Io sono padre e madre?

Non sapete, figli, che Io soffro perché ho un cuore, uguale al Padre e al Figlio, e distinto dal Padre e dal Figlio?

Non sapete che Io spasimo d’amore per voi perché “il mio tempio”, il “tempio del mio riposo” è soltanto il vostro cuore?

Apritemi i vostri cuori!

Io vi condurrò incontro a Cristo che verrà nella gloria!

Io mi opporrò allo spirito di satana!

Io pregherò per voi e con voi: unico Spirito in “cieli nuovi e terra nuova”!

Amen!»

Oh sì, vieni, Spirito Santo!

Perdonaci e... non lasciarci percorrere le strade di questi ultimi tempi, senza di Te! Spirito di Luce!

Amen!

 

 

6 ottobre 1998, Martedì

 

Ieri sera mi sono addormentata recitando il Santo Rosario; ma non ho finito le tre corone. Allora questa mattina, ancora nel dormiveglia, riprendo da dove mi pare essere arrivata. Piano piano sento nel mio cuore l’eco delle parole di Gesù:

«Piccola, ama e fai amare l’Eucaristia!

Amore all’Eucaristia!

Amore all’Eucaristia!

Amore all’Eucaristia!»

Faccio ancora il segno della croce. Gesù mi si presenta in una immagine che riempie i miei occhi di meraviglia, di purezza e di speranza.

È presente anche Maria Santissima!

Gesù porta fra le mani, al centro del petto, come fosse il suo Cuore, l’Ostia Santa con la scritta:

 

 IHS

 

Maria, accanto a Lui, e alla sua sinistra, innalza una grande corona del Santo Rosario dorata. Poi, come a un cambio di diapositiva, ricevo un’altra immagine stupenda e... il mio Gesù inizia a parlare!

Non ho il quaderno e la penna: allora lo dico a Gesù che attende. Torno e Gesù riprende dolce e sorridente:

«Io sono l’Agnello di Dio, ma sono anche il Buon Pastore che conduce gli agnelli e li raduno nell’ovile del Padre mio.

Vedi quanto Maria è attenta a far sì che gli agnelli attirati qua e la dalle cose intorno, non possano allontanarsi e deviare».

La fila è lunga, il gregge è interminabile e questo mi riempie il cuore di letizia. Tuttavia vedo che Maria Santissima è attentissima. Lei scruta con amore infinito lontano e vicino. A Lei non sfugge nulla, perché la sua vista è eccezionale.

Percepisco questo perché io stessa vedo distintamente ogni agnello; distintamente come nella realtà non mi sarebbe possibile.

Sono chilometri e chilometri di morbida lana, bianchissima, esattamente come la lunga tunica di Gesù. Mentre Maria è completamente vestita di azzurro intenso a profili d’oro.

È una immagine di paradiso.

Gesù, che ha atteso che io scrivessi, ancora parla al mio cuore:

«Piccola mia, così sarà la mia Chiesa: ma guai se non seguirà il Pastore! Fai adorare il mio Corpo, l’Eucaristia! Fai recitare davanti all’Eucaristia il Rosario completo!

Insegna e fai recitare la Coroncina dell’Amore, per la Chiesa: rossa per gli adulti, bianca per i bambini.

Voi, figli miei, siete negli ultimi tempi!»

«Sì, mio Gesù, ma come? chi mi seguirà?»

«Piccola, non temere!»

Gesù, a capo del suo gregge, si ferma e segna la mia fronte, la mia bocca e il mio cuore con la croce. Poi anche le mani.

«Ora vai, non temere: Io ti ho consacrata nella Verità»

O mio dolce Pastore e Agnello mio adorato: io ti amo! Conducimi e benedicimi affinché io possa, innanzitutto, pregare sempre così come Tu vuoi!

Il mio Padre Spirituale mi ha poi esortato a recitare, per ora da sola, la Coroncina dell’Amore!

Grazie, Gesù, mio e suo Maestro! Io lo amo nel tuo Santo Nome! È un tuo dono prezioso più che mai! Tu lo hai scelto!

 

 

14 ottobre 1998, Mercoledì

 

Sono ancora a letto.

Penso alla giornata che mi aspetta e mi rivolgo a Gesù dopo aver pregato la Coroncina dell’Amore.

«Scusami, Gesù, è così poco ciò che so fare per Te. È troppo poco, dovrei pregare di più».

Subito dopo la voce soave del mio Signore si fa sentire:

«Piccola».

«Gesù».

«Piccola, piccola mia».

«Gesù, Gesù mio».

«Piccola, tu sei la mia delizia, non certo per quello che fai, ma per il tuo amore.

Allora la tua preghiera diventa forte.

Le cose che fai, anche se insignificanti, diventano grandi; perché ormai quello che ti preme è soltanto portare i tuoi fratelli al mio Amore!

Tu desideri farmi amare e soffri quando, ancora troppo spesso, questo non avviene!

Chi non ama la mia Chiesa, non ama neppure Me.

Non desidero che si diventi non più obiettivi, da non vedere i suoi innumerevoli errori; anzi, ma soffro quando non viene amata così come è: imperfetta!

Io l’ho costituita così come è, pur sapendola imperfetta! L’ho costruita per amore e per amore la salverò!

Ma chi è l’uomo per condannarla?

Chi non ama la mia Chiesa, chi non la perdona, non ama Me, poiché Io sono il Capo dello stesso corpo che è la Chiesa!

Chi non vive i Sacramenti, perché non riconosce chi ho mandato, rifiuta Me, che per Volontà Divina, mi dono al mondo attraverso questo canale (la Chiesa).

Oh, uomini, sappiate valutare e discernere, ma lasciate a me ogni giudizio e ogni condanna; altrimenti condannerete solo voi stessi.

Il vostro compito, l’unico che Io veramente vi ho affidato, è amare, amare e ancora amare!»

Gesù ha voluto anche con questo confermarmi circa una discussione sorta ieri sera, con i miei colleghi di lavoro, proprio su questo tema.

Grazie, mio dolce Gesù, Amore non amato, perché troppo poco ancora amato.

Amore incompreso, perché l’uomo è confuso sul senso dell’amore: l’uomo crede soltanto di amare, è illuso di amare, ma poco ancora sa amare.

Tu solo sei l’Amore!

 

25 ottobre 1998, Domenica

 

Da alcuni giorni Gesù non parlava al mio cuore. Tuttavia la sua presenza in me, l’ho avvertita costantemente come una dolce carezza interiore.

Ringrazio particolarmente Gesù per questo momento poiché, in questo periodo di pausa, come una scolara in vacanza, ho visto con maggior consapevolezza tutto ciò che ha procurato in me il mio adorato Maestro: Gesù Cristo!

Vivo sempre di più con chiarezza il divario tra la realtà dentro e fuori di me. Mai come in questi giorni, per molti avvenimenti che per delicatezza non voglio scrivere, ho avvertito intorno a me tanta confusione. Confusione causata dal non amore, dalla critica, dalla mancanza di carità, dalla disobbedienza. Mentre con il mio Signore tutto è ordine, pace, armonia, benevolenza, amore. Vedo come in un film tutto ciò che la presenza dello Spirito Santo ha operato in me e mi commuovo.

Amo il mio Gesù, amo il Padre, il dolce Spirito con Maria, il mio Angelo Custode e tutti gli Angeli, san Giuseppe e tutti i Santi. Amo la Santa Chiesa, amo i Sacerdoti. Amo i miei amici e anche i miei nemici.

Infine ora credo di poter dire di amare anche me stessa, così come sono, perché in armonia con l’Amore.

Sto riflettendo tutto questo prima della Santa Messa e guardo Gesù Crocifisso: improvvisamente mi scoppia dentro il cuore una gioia grande.

«O Gesù, mio Signore, solo da Te può venire questa gioia, come carezza sul mio cuore. Grazie, mio Signore!»

Allora, come una celeste melodia, sento la dolce voce del mio Gesù:

«Io sono la fonte della gioia per tutte le mie creature».

O mio dolce Signore!

«La mia gioia scaturisce come fonte di acqua viva dal mio costato. Chiunque può sostare sotto questa fonte per attingervi. Anche in natura, quale scena può dare più gioia di una cascata di acqua limpida e gorgogliante? Chi di fronte a una cascata di acque limpide non prova l’impulso di arrivare sotto per lasciarsi inondare?»

«Sì, mio Signore, i miei occhi sono immersi in questa contemplazione».

Gesù continua:

«Piccola, sono qui per tutti i miei figli! A tutti desidero donare ciò che tu provi ora».

Oh, grazie, mio Signore!

Inizia la Santa Messa. Allora dico a Gesù:

«Manda il tuo Spirito affinché, quando tornerò a casa, possa ricordare ogni cosa».

E Gesù mi rassicura:

«Il mio Spirito di Gioia e di Verità sarà con te!»

 
 

26 ottobre 1998, Lunedì mattino

 

Mi sveglio con un forte mal di testa e tutta indolenzita.

Decido di prendere un calmante e di rimanere in casa avendo la possibilità di partecipare alla Messa questa sera.

Dopo un po’ il calmante fa effetto e posso dialogare serenamente con il mio Amore. Risento la gioia nel mio cuore, accompagnata dalla voce dolce del mio Gesù:

«Piccola, fatti prigioniera di Maria e dell’Eucaristia».

Mi vedo in quel momento con le manette ai polsi: a destra unita a Gesù, a sinistra a Maria SS. Provo un’immensa pace e gioia nel mio cuore.

Poi vedo con stupore che Gesù e Maria si allontanano, le manette si sciolgono e io rimango libera.

Provo un attimo di smarrimento, mi sento improvvisamente piccola, sola e orfana... Allora corro e chiamo Maria e Gesù...  che si fanno subito raggiungere e sorridono.

«Oh! — mi esce dal cuore: — io voglio essere prigioniera d’Amore. Voglio essere prigioniera della libertà!»

Percepisco profondamente che sono veramente libera se mi faccio prigioniera volontaria dei Cuori Santissimi di Gesù e di Maria!

Richiudo io stessa le manette intorno al loro braccio e ritrovo la mia sicurezza.

Allora Gesù mi dice:

«Piccola, ogni cosa che ti dono, non è destinata a te soltanto, ma a tutti i miei figli. Tu sei il mio “portavoce”. Cammina sempre con carta e penna, poiché non potrai tenere nulla per te».

Gesù segna la mia fronte, la mia bocca e il mio cuore con la Croce:

«Piccola, non temere: Io sono la Verità!»

 

 

Più tardi, ore 15

 

Mentre sto lavando i piatti, ascolto una trasmissione religiosa, quando sento nel cuore queste parole: è come se Gesù riprendesse il suo discorso di alcuni giorni fa:

«Sì, la confusione aumenterà di ora in ora. Sarà assai difficile discernere il vero. Soltanto stando costantemente nella preghiera, nell’umiltà e legati a Maria Santissima, mediante la corona del Santo Rosario, sarete al riparo.

Invocate costantemente lo Spirito di Verità! Nutritevi di Me, accostatevi spesso al Sacramento della Riconciliazione.

Amatevi come Io vi amo!

Se voi sapeste quale barriera contro satana è l’amore!

Dove c’è amore c’è verità!»

 

 

16 novembre 1998, Lunedì

 

Mi accosto al confessionale per comunicare al mio Padre Spirituale le meraviglie operate dal Signore ieri. Ho il cuore colmo di gioia.

Ogni giorno, durante la Comunione, sento dentro di me la pienezza del Cuore del mio Signore, che non so descrivere.

Questa mattina, durante la Santa Messa, il mio spirito è stato costantemente immerso in un’immagine meravigliosa, ma tanto grande da non poterla comprendere in tutto il suo significato.

Mi ritrovo, con la mia vista interiore, in Terra Santa e precisamente nel Cenacolo.

È l’Ultima Cena del Signore!

Percepisco il clima mite di quel luogo e il clima spirituale degli Apostoli: «struggimento», perché avvertono qualcosa che il Maestro ha da comunicare loro, di meraviglioso e tremendo allo stesso tempo, e... incomprensibile ai loro cuori. Percepisco la gravità, la tristezza, la tenerezza nel volto dolce e mite del mio Signore, per dover lasciare i suoi e per quel tradimento. Gli occhi di Gesù sono come assorti e lontani.

Poi vedo da quella stanza, dal centro di quella tavola, sgorgare un fiume di Sangue, come se quel Calice fosse stato rovesciato sul mondo intero. Quel Sangue, infatti, scorre per tutta la terra in più fiumi, in una corsa inarrestabile. E tutte le nazioni della terra sono inondate da questo fiume di Sangue vivo! Poi il Sangue penetra la terra e la imbeve tutta: ogni spazio è impregnato di questo Sangue vivo. È la Vita!

Infine mi ritrovo in un altro punto della terra, sotto una grande Croce.

Dal terreno, sotto la Croce, come se fosse stato convogliato tutto lì, in quel punto, vedo radunarsi e sgorgare tanti zampilli di quel Sangue fino a formare una fontana fatta a forma di giglio intorno alla Croce.

La Croce è come fosse il cuore di quel giglio di Sangue.

È qualcosa di misterioso e meraviglioso.

È un’immagine che vorrei poter disegnare o dipingere per poter darne un’idea più chiara.

Poi quanto osservato nelle due immagini, lo trovo riunito in una sola immagine: vedo il globo terrestre, come si presenta geograficamente, e percepisco spiritualmente quanto è avvenuto nei secoli dall’Ultima Cena del Signore, sino a quello che presto sarà.

Vedo l’inizio e il traguardo di quel fiume di vita e di salvezza per tutta la terra: l’Eucaristia: il Giglio Santo e Immacolato!

Credo che in questa immagine si realizzi una delle prime immagini di cui parlo nel primo volume. In quell’immagine Gesù mi disse:

«Vedi, la terra, l’umanità non sarà salva fino a che ogni persona, in ogni tempo, vissuta sulla terra, non sarà redenta dal mio Sangue; fino a quando l’umanità non sarà un’unica grande Ostia per il Padre!»

In quel momento, durante la Santa Messa, il Sacerdote invita alla recita del Padre nostro. Lo recito come sempre con le mani aperte per ricevere... ed ecco che dal Giglio di Sangue, sgorga Sangue profumato di cui le mie mani si riempiono.

 

 

19 novembre 1998, Giovedì

 

Sono le 18,30 e mi trovo in chiesa per la Santa Messa nella mia parrocchia.

Subito il mio spirito si apre alla contemplazione del mio Gesù: è bellissimo: ha la tunica bianca e il manto rosso porpora e oro: è imponente il nostro Re! il nostro unico Re!

Lo vedo sull’altare, a destra.

Poi vedo che la figura di Gesù, partendo dal capo, che rimane intatto, viene come sezionato verticalmente in tante strisce che si vanno dividendo e distanziandosi di molto l’una dall’altra, verso il fondo. Mi pare di poter dire che sono cinque le strisce. Non comprendo!

Poi vedo accanto a Gesù, il Santo Padre con sul capo la tiara. Il suo aspetto è solenne! Sta alla sinistra di Gesù. Anche per la figura del Papa avviene la stessa cosa: si formano queste strisce che si distanziano al fondo.

Gesù è triste quando parla e la sua voce è sommessa:

«Il mio Corpo, la mia Chiesa è divisa! Di’ al mondo che così non va bene!

Popolo mio, tutti siete miei figli! Desidero che vi riuniate in un solo corpo: il mio Corpo! Desidero che riuniate il vostro Credo sotto il mio Pietro!

Quando tornerò vorrei trovarvi uniti! Un unico Corpo, un’unica Chiesa, in attesa del Capo che l’ha costituita. Così vi allontanate da Me e tra di voi! Unitevi! per combattere l’ultima battaglia prima del mio ritorno!

Piccola mia, dillo al mondo, dillo alla mia Chiesa!

Grazie, bambina mia!»

Sì, Gesù, unico nostro Re!

Amen!

 

1 dicembre 1998, Martedì

 

Mi sveglio al mattino e subito, appena recito il Gloria alla Santissima Trinità, sento nel cuore una inspiegabile sofferenza, accompagnata dall’immagine del Cuore Sacratissimo di Gesù.

E Gesù mi comunica la sua intenzione di parlare al mio cuore in chiesa.

Dopo la Santa Messa mi fermo per adorare Gesù esposto sull’altare. Recito la Coroncina dell’Amore per tutta la Chiesa e poi inizio il Santo Rosario con i misteri della gioia.

Al secondo mistero, mi trovo immersa profondamente, come non mai, nella meravigliosa esultanza del piccolo Giovanni Battista nel seno di Elisabetta di fronte al Dio Bambino nel seno di Maria Vergine Immacolata.

Percepisco la grazia unica di quel momento: assolutamente straordinaria.

Al terzo mistero, i miei occhi interiori sono come assorbiti da una immagine di grande semplicità e bellezza: è un ovale di straordinaria luce, mentre tutto intorno è buio fitto. In questo ovale vi è la figura di Maria SS. con in braccio Gesù. Sull’ovale in alto c’è scritto a caratteri d’oro: «Madre di Dio» e in basso: «Madre nostra».

Ma ciò che è straordinario in me, è il percepire spiritualmente, l’attimo preciso della nascita unica e mistica di Gesù dal grembo verginale di Maria.

Quanto ho visto mi è impossibile descrivere; ma, nel mio povero cuore, ho vissuto contemporaneamente tutta la beatitudine di quella scena di paradiso in contrasto profondo con la sofferenza viva, che già lo scorso anno a Natale provai.

Il mio spirito, come rapito dallo Spirito Santo, viene trasportato a Gerusalemme e vedo le strade, con la povertà, la miseria e le gozzoviglie di quei tempi. Vedo il palazzo di Erode e percepisco come un degrado morale, una ubriachezza dello spirito dei potenti di quel tempo.

Si affianca a questa una immagine parallela: il nostro mondo, con la violenza, l’impurità, il disordine politico e morale, l’indifferenza sociale.

Roma, come sorella di Gerusalemme.

Poi sento, come provenire dall’ostensorio, la voce dolce e sommessa del mio Gesù:

«Ancora, ancora oggi per il mondo è come se non fossi venuto. Le luci per le strade non sono in attesa di Me. Come allora, il mondo non mi attende!

Ma tu dillo al mondo, dillo ai miei Sacerdoti che preparino il mondo al mio ritorno.

Non lasciate il popolo impreparato. Non lasciate il mio popolo nell’ignoranza».

Sento il pianto nel cuore e solo ora comprendo la mia sofferenza: è un po’ delle sofferenze del mio Gesù.

O Gesù mio!

Dall’ovale di luce, Maria mi porge il Bambino. I miei sentimenti e le mie emozioni di quel momento non so descriverle.

Perdona, Gesù e perdona, Maria SS.!

 

 

2 gennaio 1999, Sabato

 

Gerusalemme.

Siamo ancora nella Città Santa.

Mi sveglio, saluto Gesù e subito Lui si presenta con il Volto sanguinante e con la corona di spine in capo.

Ci rechiamo alla spianata del Tempio e sento una presenza forte di Gesù in questo luogo.

Ci fermiamo al Muro del Pianto.

Oggi l’afflusso degli Ebrei è particolarmente forte. È giorno di festa. Osservo questi nostri fratelli pensando a Gesù con Maria e Giuseppe e poi alla vita pubblica di Gesù. Non mi è difficile immaginare Gesù in questi luoghi. È come se Lui mi rassicurasse  in ogni momento della sua santa, continua presenza.

Pensavo che, noi, in qualche modo, siamo uniti a questi nostri fratelli dall’«Attesa» dello stesso Messia. Certo in modo totalmente diverso. Pensavo alla grandezza della Risurrezione e dell’Eucaristia, che essi non conoscono. Pensavo alla freddezza della «legge» in contrasto con l’Amore, la tenerezza, la Misericordia del mio Gesù e provavo compassione per questo popolo al quale Lui ha mostrato il suo volto, a questo popolo prediletto che non Lo ha riconosciuto... e pregavo...

Ed ecco Gesù al mio fianco. Il suo dolce volto ha uno sguardo malinconico, ma non duro. È commovente per me sentirlo dire, rivolto ai fedeli in preghiera, verso quello che è per loro il ricordo del Santo dei Santi:

«Bambini miei (il suo sguardo comprende tutti: uomini, donne, bambini), prediletti del Padre mio, quanto vi ho amati! Mi avete avuto qui, in mezzo a voi, come uno di voi e non mi avete accolto. Dove mi state cercando? ancora? Presso quel Dio che già mi aveva mandato ai vostri padri? Perché cercate chi già avete avuto? Bambini miei, quanto vi amo! quanto vi amo! Attendete Colui che è già venuto. Io vedo il vostro cuore, la vostra attesa sta per terminare perché io verrò anche per voi.

Bambina mia, dillo al mondo: Verrò per tutti, verrò anche per questo mio popolo che mi aveva e non ha goduto di me. La mia Croce Gloriosa si stenderà con le sue braccia anche su di loro. La mia Luce farà nuova Gerusalemme!»

Oh, grazie, Gesù mio.

Vieni presto, Gesù!

Amen.

 

 
Santo Sepolcro.

Alla sera durante la celebrazione della Santa Messa presso il Santo Sepolcro, sento dentro il mio cuore una grande pena. C’è una gran ressa di gente, come durante la Via Crucis, per le strade caotiche di Gerusalemme. Le varie confessioni religiose sono rappresentate ognuna con il loro rito, ma non c’è comunione tra loro. È come se quel luogo, che ha raccolto il Sangue prezioso di Gesù, sia oggi diventato oggetto di contesa.

Il mistero immenso dell’Incarnazione, Morte e Risurrezione di Gesù Cristo per ognuno di noi, è tristemente pretesto per dividere.

Gesù mi comunica la sua sofferenza, alla quale mi sento unita per grazia, in piccolissima parte. E mi mostra il suo Santo Corpo, come lacerato, in brandelli.

Come i soldati romani si contendevano la sua tunica, così ancora oggi, ci stiamo contendendo ciò che di Lui è memoria.

O Gesù mio, perdona, salva, guarisci, libera, santifica la tua Chiesa.

Durante la Santa Messa, vedo nel mio cuore stagliarsi la figura di Gesù, bianchissimo, di una luce indescrivibile. Ha le sue braccia spalancate. Del suo Corpo glorioso si forma una stupenda Croce Gloriosa di luce dorata come oro fuso e fuoco.

Vedo sparire molte strutture, cedere molti muri, fino a rimanere una città sobria, ove pulizia e armonia si fondono e una melodia si diffonde: la melodia dell’amore.

Amen!

 

3 gennaio 1999, Domenica

 

I miei occhi si perdono su Gerusalemme con le sue mura, le sue porte, le sue povertà, le sue realtà sconcertanti e mi pare incredibile: proprio qui il mio Gesù, il mio Amore è vissuto. Non mi sento degna di tanta grazia!

Ma come è possibile non amare il mio Amore? Camminava per queste strade e per molti non esiste tutt’ora? Rivedo ancora, con tristezza, il Golgota, quel luogo oscuro... eppure Lui è il Risorto. La sua Luce è uscita e ha invaso il mondo, ma perché non si ama la Luce?

O mio Gesù, perché, perché, perché?

 

Al Dominus Flevit.

Il mio cuore piange, mentre giungiamo alla chiesa del Dominus Flevit. Anche qui i miei occhi non trattengono più le lacrime e piango perché accanto a me Gesù piange.

Ah, mio Gesù... e mi stringo a Lui.

Intorno a me il gruppo parla e prega, ma io non riesco a trattenermi dal piangere. Allora mi copro gli occhi con gli occhiali da sole. Nessuno sa, soltanto pochi amici conoscono un po’ questa mia realtà con Gesù. Fra loro un Sacerdote. Ma in quel momento non posso comunicare a nessuno ciò che provo. La mia gola è stretta e chiusa...

Gesù ha uno sguardo immenso che comprende tutta la città di Gerusalemme e non solo essa. Il suo sguardo amoroso abbraccia tutto il mondo: è immenso... ma Lui parla come in quel giorno lontano e sempre vicino:

«Gerusalemme, Gerusalemme, scelta da Dio, prima di tutti i secoli, fra tanti popoli; prediletta del Padre mio.

Quanto ti ho amata, quanto ti amo. Ma tu non mi hai voluto.

Ah, Gerusalemme!»

È un gemito che sento uscire da Gesù! Appoggio timidamente il mio capo sul suo Cuore e mi stringo al mio Gesù, e piangiamo insieme...

Perdona, Gesù, perdona e perdonaci. Perdona gli errori della tua Chiesa nei secoli e nella storia che si ripete sino a oggi...

Non so che dire per consolare il mio Gesù, il mio Signore che non è che Amore!...

 

Questo è il momento più toccante che ho vissuto qui a Gerusalemme. Il mio cuore è rimasto a lungo oppresso!

Pietà, mio Signore, a nome di tutta l’umanità!

Ti amo, Gesù!

4 gennaio 1999, Lunedì

 

Partiamo da Gerusalemme per Jaffa e poi Tel Aviv.

Dal pullman, con il cuore stretto, saluto Gerusalemme e il mio sguardo si perde intorno. Ogni pietra di quelle larghe distese collinose mi parlano del mio Signore.

All’improvviso, come se il mio spirito fosse invaso da una forza, si spalancano i miei occhi interiori su una immagine stupenda:

Un angelo immenso, rivestito di colori pastello: azzurro, bianco, rosa, giallino e dal volto bellissimo, scende su quelle immense distese, su Gerusalemme e oltre: io non ne vedo i confini. Quasi mi spavento, ma subito sento questa voce soave:

«Io sono l’Angelo delle Nazioni e sono mandato da Dio per proteggere Israele dalla catastrofe che si è procurata con le sue iniquità».

Udito questo vedo scendere dal cielo una pioggia di foglie verdi simili alle foglie del Ficus Beniamino di cui questa zona è ricca. Da noi questa pianta da appartamento è di piccole dimensioni, ma qui sono alberi grandi.

Sono stupita ed estasiata: gioia e pace profonda sento nel mio cuore.

Ancora, come per un cambio di diapositiva, ecco che tutto ciò lascia il posto a un’aquila immensa. Le sue ali sono dispiegate su questa terra, ma la testa è chinata tanto verso il basso sino a toccare con il becco una croce. Ed ecco la cupola di San Pietro, il Vaticano, Roma.

Il mio povero spirito è ancora più dilatato.

Ora nel becco dell’aquila vedo il Sacro Libro che Gesù teneva in mano (quello della precedente immagine del 23 dicembre 1998). È tenuto per un nastro d’oro, mentre sento incidersi nel mio cuore queste parole:

«Scrivi: queste parole sono sante e veraci: ed ecco che Io vengo!»

Penso a San Giovanni Evangelista, penso al libro della Apocalisse e ancora, come trasportata anch’io in Cielo, dico:

«Oh, sì, vieni, vieni presto, Gesù! Non tardare!»

Amen. Alleluia!

O mio Gesù, quando potrò comunicare al mondo tutto ciò che tu desideri? Si compia in me la tua Santa Volontà, o Padre!

Amen!

 

10 gennaio 1999, Domenica

 

Sono tornata a casa, ma… mi ritrovo, ancora spiritualmente, a Gerusalemme e precisamente al Santo Sepolcro.

Gesù viene verso di me mostrandomi un pugno chiuso. È vestito come il Papa nelle celebrazioni solenni e percepisco che in quel momento Lui vuole comunicarmi la sua identificazione con la Santa Chiesa di Roma.

«Gesù mio, che significa questo tuo pugno chiuso?»

«Ecco, voi uomini, quando volete indicare la forza, l’unione, il comando, usate questo segno per accompagnare le parole. Ed è così: nel pugno è concentrato in un unico punto, la forza di molti muscoli».

«Sì, Gesù, è così!»

«Ora guarda!»

Gesù apre il pugno e mi esce quasi un’esclamazione, poiché vedo la bellissima mano di Gesù completamente sezionata fino al polso in cinque falangi sanguinanti e penzolanti senza muscolatura e perciò inerti. Sono impressionata. E Gesù riprende:

«Ecco la mia Chiesa: divisa e senza forza!

Oh, bambina mia, dillo ai Sacerdoti, dillo alla mia Chiesa: il polso a cui sono unite le falangi della mia Santa Chiesa è il Santo Padre, il Papa Giovanni Paolo II.

Il pugno di forza contro il maligno, non è possibile, se le falangi sono staccate qua e la e senza forza.

Nella mia Chiesa, nel mio Pietro, ho stabilito l’integrità dell’impulso neurologico, che unisce e coordina il movimento di tutta la mia mano (la Chiesa) in un unico forte atto di forza e di amore!»

Questa immagine ancora una volta è più eloquente di lunghi discorsi. Veramente dove non c’è unità non c’è forza.

 

 

16 marzo 1999, Martedì

 

Dopo la Santa Messa sto attendendo fuori del confessionale, quando, improvvisamente, il mio spirito viene riempito ancora della stessa immagine di ieri.

Rivedo le mani del Padre sulla terra e vedo che da esse scende una pioggia di grazie continua sotto forma di tanti raggi di luce e gemme preziose.

Poi, sento nel mio cuore come un invito:

«Guarda!»

Le mani si ritirano e subito la terra, come fosse un soffione, perde la sua orbita e si mette a volteggiare disordinatamente e pericolosamente, come se dovesse precipitare da un momento all’altro. È uno spavento!

Poi sento dentro di me queste parole, mentre le mani tornano a sovrastare e a dominare miracolosamente il cosmo:

«Piccola figlia mia, ho voluto che tu vedessi ciò che succederebbe se Io, anche solo per un attimo, allontanassi le mie mani dalla mia creazione.

Ma, figlia mia, Io non allontanerò mai le mie mani, non volgerò mai il mio sguardo da ciò che ho creato. Non distruggerò il mondo con le mie creature, poiché le ho create per amore e l’Amore non conosce distruzione!

Come una mamma che ama, Io, Dio, non potrò mai distruggere la mia creatura. Come una mamma di fronte a un tumore devastante (il Signore mi fa vedere un corpicino di bimbo neonato invaso da una grande massa scura), non esiterà a sottoporlo a un intervento anche molto cruento pur di tentare di salvarlo, così Io, non esiterò a operare ancora per estirpare dalla terra tutto ciò che è male».

In quel momento vedo la terra invasa da enormi masse nere che estendono le loro radici, come tentacoli, in profondità, fino a creare una fittissima rete tra la terra sana. E sento ancora nel mio cuore:

«Come un chirurgo, sempre, per poter estirpare tutto il male di un tumore maligno deve necessariamente ledere anche gli organi sani, così anch’Io, spesso, per risanare dal male il mondo, chiedo a ciò che male non è, di donarsi per guarire tutta la mia creazione. Pur tuttavia Io, non manderò mio Figlio per distruggere la mia creazione e le mie creature, bensì a distruggere per sempre tutto ciò che è male e purificare tutto ciò che già è bene!»

Padre mio, Padre buono, perché si parla di «fine del mondo»? Può un Dio Padre aver creato per distruggere? Può Dio aver fallito nel suo intento?

Il Paradiso non è forse tutto ciò che Tu hai pensato? Non è forse ciò che Tu, nonostante il nostro peccato, vuoi ricostruire, perché tutto Ti appartiene all’infuori del male?

Nel Credo si prega così: «(Gesù) verrà a giudicare i vivi e i morti e il suo Regno non avrà fine».

Padre, questo io credo.

Amen!

 

24 marzo 1999, Mercoledì mattino

 

Durante la Santa Messa avverto in me il Cuore del mio Signore e mi è dato di vederlo interiormente.

Rimango sconvolta, poiché il Cuore di Gesù, che vedo chiaramente in tutte le sue parti, è come se fosse stato asportato chirurgicamente: vedo i monconi della vena e dell’arteria cardiaca. Ciò che mi impressiona maggiormente è che in quel Cuore non scorre più sangue: è completamente prosciugato.

«Ah, mio Signore, che ti hanno fatto?», mi esce come una esclamazione e alzo gli occhi all’altare.

Vedo una coppa immensa, larga, colma di Sangue vivo, spumeggiante, caldo, che trabocca, inonda l’altare con un impeto mai visto prima.

E sento nel profondo del mio essere:

«Il mio Cuore viene svuotato così ogni giorno per questa umanità».

O mio Signore, quanto Sangue!

Ho in me l’impressione che quel Sangue comprende tutto il martirio del mondo.

Quel Cuore, strappato dal Corpo di Gesù, è l’eterno dono dell’Eucaristia.

O mio Signore!

Ma il mondo va per la sua strada e... si perde. Pietà, mio Dio!

Più tardi, in adorazione, mentre recito la Coroncina dell’Amore, il mio cuore, viene inondato da una immagine dolcissima:

Gesù, bellissimo, con la sua tunica bianca, i sandali ai piedi, il viso straordinariamente gioioso, è accovacciato in mezzo a un’aula di scuola materna, circondato da bimbi con i loro colorati grembiulini.

Vedo con stupore che ogni bimbo, tiene nelle mani una piccola coroncina bianca, di vetro trasparente, come la Coroncina dell’Amore, che mesi fa mi aveva chiesto di realizzare.

È come se gli occhi di Gesù ridessero di più, ogni volta che un grano della coroncina scorre nelle manine di quei bimbi beati.

Questa immagine mi riporta al Monte delle Beatitudini (immagine del 29 dicembre 1998). Poi Gesù mi dà delle disposizioni, per rendere la recita della Coroncina dell’Amore degli ultimi tempi, più adatta ai bimbi. E poi mi ordina dolcemente di recarmi dal mio Padre Spirituale per comunicare subito la sua richiesta, di realizzare presto le Coroncine e diffonderle il più possibile e afferma:

«La preghiera dei piccoli potrà salvare il mondo!»

Sì, mio Signore, il tuo Cuore di Martire Eterno, ha bisogno di innocenza e purezza per contrastare le brutalità di questo terribile mondo.

Così sia!

 

Mercoledì sera

 

È scoppiata la guerra nel Kosovo! Ecco il perché del tuo Cuore strappato dal tuo Corpo! Ecco il perché della tua richiesta!

Pietà, mio Dio: perdona, salva, guarisci, libera, santifica i tuoi figli... Ti amo, mio Signore! Vieni, vieni presto: non tardare.

 

 

Sera del Giovedì Santo

 

Sono in adorazione davanti a Gesù... e prego per i Kosovari, nuove vittime di un piano diabolico di odio e di violenza.

Improvvisamente, vedo nel mio cuore, tantissimi pacchi di cartoline, raffiguranti la Croce Gloriosa. Non comprendo. Non avevo mai pensato a questa possibilità.

Gesù parla al mio cuore:

«Figlia mia, desidero raggiungere con questa mia immagine il mondo intero. Desidero che la mia Croce Gloriosa raggiunga i confini della terra. Sarà stretta al cuore e porterà pace e speranza ai poveri della guerra... mentre giudicherà gli assassini».

O mio Signore, come potrò ubbidirti?

Continua Gesù:

«Sui bracci della mia Croce sta scritto: “Venite a Me voi tutti affaticati e stanchi: io vi ristorerò! Io sono la Risurrezione e la Vita. Chi crede in Me, non morirà in eterno!”

Non solo i cristiani, ma tutti i miei figli devono conoscere la mia Croce Gloriosa, poiché presto verrò per tutti.

Sarò segno di condanna per i responsabili di questo massacro dalle dimensioni mai viste, perché essi non credono e non sono affaticati e stanchi. L’odio non fa loro sentire più nulla. Guai! Guai!, se non si convertiranno!

Piccola, non chiederti come... fai ciò che ti chiedo e ti do di vedere. Io ti guiderò. Appena dopo la mia Pasqua, comunica tutto ciò a mio figlio, tuo Padre Spirituale».

Gesù, io mi fido di Te! Sono la tua serva e così sia.

Amen!

 
Pacchi, pacchi, pacchi di cartoline di luce! Ecco ciò che rimane vivo nei miei occhi e nel mio cuore. So che questa immagine non svanirà finché avrò realizzato ciò che Lui desidera!

Vieni, Spirito d’Amore! Vieni a guidare il mio cuore e la mia mente. Scendi sui Sacerdoti perché insieme possiamo compiere la tua Santa Volontà.

 Amen!

 
4 aprile 1999, Domenica di Pasqua

 
Sono le 22. La mia aridità in questo giorno di Risurrezione, è totale. Non un’emozione, non un moto interiore, per il mio Gesù. Solo la certezza di amarlo tanto, sopra ogni cosa. Ho sofferto tutto il giorno di emicrania, così mi sono messa a letto presto. Prima di dormire ho voluto leggere il messaggio di Meðugorje.

Non faccio a tempo ad iniziare che subito vedo nel mio cuore Maria Santissima. Era tanto tempo che la Vergine Santissima non si manifestava al mio cuore. Maria è come una fanciulla, vestita di una semplicissima veste bianca, legata in vita, da una sottile cinta color oro, i piedi nudi, i capelli castano dorato raccolti sotto un velo.

Maria parla subito e sento come un’ansia in Lei. Prendo la penna e scrivo subito.

«Piccola mia, piccola del mio Gesù: il mio Gesù sta per tornare! Fa’ conoscere la Croce Gloriosa di mio Figlio. Sarà per molti consolazione e speranza. Sarà luce per molti cuori disperati. Quelle immagini saranno fari nella notte del mondo.

Dopo questa guerra, cresceranno ancora gli orrori e voi li vedrete... Il mondo sta per sprofondare nella notte più buia come mai si è visto e mai più si vedrà.

Lo annunciai a Fatima e a La Salette, poi in altri posti dove sono apparsa... Ma il mondo tace.

Figlia mia, fa’ tutto quello che il mio Gesù ti chiede. Lui si manifesterà. Tu non temere. Comunica ogni cosa al tuo Padre Spirituale e ai Sacerdoti scelti da mio Figlio. Ti aiuteranno.

Non stupirti, figlia mia, di come Gesù ti guiderà. Nulla, ricorda, nulla è troppo grande per Lui. Le immagini che ti dona lo Spirito sono il modo che il Padre ha scelto per parlarti, perché tu sia suo strumento.

Non chiederti mai nulla, figlia mia, come feci Io. Non ti sentirai mai abbastanza degna per il tuo Dio, tuttavia, come Me, sii strumento nelle sue mani. Riporta fedelmente ciò che vedi e ciò che senti, al mio Figlio prediletto (il Padre Spirituale).

Comprendi le sue difficoltà: di colui che ha il compito di discernere ciò che non vede e non sente. Io invocherò su di lui lo Spirito di Sapienza per guidarti d’ora in poi.

Gli altri Sacerdoti e suor C. sono stati scelti per sostenerlo, perché ognuno ha un compito speciale.

Che si incontrino sotto la mia benedizione, poiché io darò loro forza. Io sono la Regina dei Sacerdoti, poiché come primo Sacerdote, donai il Corpo di Cristo al mondo. E tu, “beata fra le donne del tuo tempo”, perché annunci e vedrai la Gloria del mio e vostro Signore Gesù Cristo!

Ancora ti parlerò. Ricevi la mia pace, sorella mia!»

Maria Santissima si avvicina a me e posa un lieve bacio sulla mia fronte.

Il mio cuore arido ha ricevuto la tua pace, Maria!

Buona notte, Vergine Santissima!

 

18 luglio 1999, Domenica

 

Durante una preghiera a P. ricevo questa significativa immagine dell’Amore infinito di Dio:

Vedo improvvisamente una grande calamita con intorno tanti oggetti di metallo e... non comprendo. Poi, sul blocco calamita, vedo incidersi la parola «Amore» a caratteri cubitali. E sento dentro il cuore questa spiegazione:

«Il mio Amore è come questa calamita! Il mio Amore attrae continuamente le mie creature».

Vedo infatti tutti gli oggetti attratti dalla calamita, ma poi noto che alcuni di essi non aderendo bene, si staccano perché sono ricoperti di polvere o di ragnatele che impediscono una perfetta adesione.

E Gesù dice:

«Benché la calamita sia potente, pur tuttavia, se gli oggetti non sono perfettamente puliti, faranno fatica ad aderire e prima o poi cadranno dalla calamita.

Così i miei figli.

Benché il mio Amore li attragga continuamente, se il loro cuore non è pulito o è impolverato dal mondo, essi non aderiranno al mio Amore.

Figli miei, mondate il vostro cuore per poter aderire al mio Cuore!»

Sì, mio Signore.

Amen!

 

 

21 settembre 1999, Martedì

 

Di ritorno da un viaggio, in contrasto con la pace di cui mi aveva fatto dono il mio Gesù, vengo colta da una spossatezza infinita. Avverto una sensazione di languore fisico, come se una mano invisibile mi stesse svuotando dall’interno. Offro questo mio stato fisico insieme con la mia aridità. Mi sembra di non saper servire il mio Signore, tuttavia improvvisamente sento la sua voce:

«Bambina mia, il mio ritorno si fa prossimo. Pregate, figli, per coloro che mi bestemmiano. Passerà la scena di questo mondo in mano a satana. Io sarò come un fulmine al loro sguardo, poiché non potranno sostenere il mio sguardo...».

Vedo Gesù come un gigante attraverso una galleria, poi non vedo più nulla...

«Ma per coloro che mi hanno atteso... Oh, figli, non immaginate neppure ciò che sarà, poiché sarà gioia che voi, figli, non potete neanche sapere: quella gioia, quella delizia che il peccato di origine aveva portato via con sé. Sarà presenza Divina d’Amore in mezzo a voi.

Ma ora, figli, ancora per poco, donatemi le vostre sofferenze per i fratelli.

Può fare ancora molto il Padre mio per voi... Per le mie suppliche e per quelle di mia Madre...».

Vedo, come un blocco inanimato, molte creature ormai incapaci di uscire da quella galleria, attraversata da Gesù, oltre la quale intravedo un cielo terso, azzurro, senza nubi.

O Gesù mio, chi ha scelto volontariamente l’odio a Te, il male, è come se non avesse più gambe per correre verso di Te, non avesse più mani per toccare Te, più occhi e cuore per vederti.

Avverto un senso di impotenza, perché non posso fare nulla.

Ma, mio dolce Signore, prima che Tu venga nella tua Gloria, ad abitare la terra, per sempre, io ancora, con chi vorrà unirsi a me, Ti prego con la preghiera che Tu stesso hai donato.

 

 

20 ottobre 1999, Mercoledì

 

In questi giorni sento profondamente nel Cuore questo invito di Gesù:

«Piccola, parla ancora del mio Amore. Comunica il mio Amore: non stancarti!»

«O Gesù, io non ho sufficienti parole per parlare del Mistero dei Misteri. Io non so amare!»

«Vieni davanti a Me, piccola, in adorazione del mio Corpo. Mettiti disponibile a scrivere. Io ti parlerò».

«Sì, mio Signore».

Finita la Santa Messa, mi metto tutta a disposizione del mio Signore:

«Eccomi, Gesù: parla che la tua serva Ti ascolta!»

«Il mio Amore è eterno: vi amo, figli, anche se vedo il vostro peccato di domani. Vi amo, figli, anche se conosco il vostro peccato di ieri e di oggi.

Il mio Amore è libero: Io amo allo stesso modo sempre! Che voi mi amiate e di più, se non mi amate. Io amo, sempre, perché sono Amore, non perché voi meritate o meno il mio Amore.

Io amo e basta! Io amo!

Perché, figli, voi vi appoggiate all’amore dei vostri simili?

Perché dubitate di Me, quando non vi sentite amati da chi è imperfetto, come voi?

Perché vi sentite abbandonati da Me, se avete contato su altri?

Perché giudicate l’amore dei fratelli quando Io vi dissi: “Amatevi gli uni gli altri come Io vi ho amati? e non giudicatevi?”

Quante pene inutili vi procurate!

Amatemi, figli. Cercate la mia Luce, e in questa Luce troverete il vero Amore, anche fra di voi.

Io sono la montagna sulla quale esercitarvi per salire nell’Amore.

Ti dono la mia pace, figlia mia: tu la donerai a tutti coloro che incontrerai».

Gesù, segna la mia fronte, la mia bocca e il mio cuore con il segno di Croce.

 
Tutto questo meraviglioso insegnamento è stato accompagnato da questa immagine:

Una immensa montagna è avvolta in una luce dorata straordinaria.

In questa luce del tutto eccezionale, soprannaturale, si svolge come una cordata, anche se non vedo corde. L’Amore è la robusta corda che tiene unite le persone che salgono verso la vetta, anche se uno è più in basso e l’altro quasi arrivato.

In Cristo (la montagna), nel suo Amore (la luce che avvolge la montagna), noi saliamo verso la vetta.

Ma è Lui che dobbiamo scegliere, è Lui l’obiettivo del nostro amore.

In Lui e in Lui soltanto, troveremo la cordata che ci unisce ai fratelli per salire insieme.

O mio Signore, grazie!

Amen.

 

 

26 ottobre 1999, Martedì

 

Nei giorni seguenti, dopo aver ricevuto l’immagine precedente, vedo interiormente, sempre durante la Santa Messa, una sequenza di immagini.

Per alcuni giorni ho visto l’immagine della Croce Gloriosa, come fosse una enorme gigantografia eretta sulla terra. Non ha cornice: perciò l’immagine non è circoscritta, ma aperta e spalancata sull’infinito!

Io non ne vedo i confini!

Poi vedo la stessa immagine nell’acqua dei mari e degli oceani che circondano la terra ferma. Tuttavia mi colpisce profondamente un fatto straordinario: nella realtà umana, l’immagine nell’acqua si sarebbe vista specchiata, mentre io vedo due immagini uguali. In altre parole vedo una sequenza di immagini: una sulla terra e l’altra nell’acqua.

Non comprendo che cosa possa significare: mi sento piccolissima...

Qualche giorno dopo, sempre durante la Santa Messa, risuonavano nel mio cuore questi versetti (Fil 2,10-11):

 

«Ogni ginocchio si pieghi

nei Cieli, sulla terra e sotto terra,

e ogni lingua proclami

che Gesù Cristo è il Signore,

a Gloria di Dio Padre.

Amen».

 

Sento che lo Spirito Santo sta spalancando il mio spirito su qualcosa di grande, ma non comprendo ancora bene. Prego e attendo...

Questa mattina, appena ricevuto Gesù-Ostia, mi sono inginocchiata ed è come se il mio cuore e i miei occhi si spalancassero. Sento questo dilatarsi del mio essere, anche fisicamente.

Rivedo ciò che ho descritto e risento ciò che ho udito, ma contemporaneamente si aggiunge a ciò che vedo, una terza immagine della Croce Gloriosa, in sequenza. Ma questa volta lassù, in alto, nei Cieli...

Allora comprendo...

 

«... nei Cieli, sulla terra e sotto terra...».

 

O mio Signore, il mio petto sta per scoppiare...

Ed ecco che entro brevemente nella contemplazione di ciò che avvenne sul Monte Tabor: la Trasfigurazione di Gesù. Avverto come Pietro, Giacomo e Giovanni, la Divinità di Gesù: Divinità inequivocabile, assoluta!

Mentre mi trovo ancora inginocchiata, i miei occhi contemplano i piedi nudi di Gesù, semicoperti dal bordo della tunica bianca, che tuttavia lascia intravvedere le ferite dei chiodi. Avverto la presenza viva del mio Signore e allora alzo lo sguardo: vedo le sue sante Mani e il Sacro Costato. Gesù dice:

«Piccola, presto mi mostrerò a tutti i popoli della terra, così come mi mostrai nel Cenacolo. Mi mostrerò a tutti i “Tommaso” di oggi. Allora ognuno si troverà di fronte a una scelta. Verrò per fare scegliere a ognuno. A ognuno Io dirò:

“Io sono il Signore Dio tuo, Colui che ti ha tratto dal paese d’Egitto: non avrai altro Dio al di fuori di Me!”

Ad ognuno mi mostrerò nella mia Divinità. Ma la scelta sarà definitiva!»

O mio Signore e mio Dio: ora comprendo:

 

«Ogni lingua proclami

 che Gesù Cristo è il Signore!»

 

Ecco il mondo nuovo:

 

«Non avrai altro Dio al di fuori di Me!»

 

Ecco il Paradiso: nulla di fantasioso, di illusorio, ma una scelta consapevole e responsabile del Dio vero, del Dio unico che regnerà finalmente su tutti i suoi figli.

Ecco allora possibile e certo il «mondo nuovo ove regnerà la pace e la giustizia», verso il quale il nostro Papa Giovanni Paolo II, sorretto dalla Vergine Immacolata, ci sta conducendo preparandoci all’Anno Giubilare.

 

Il mio cuore, dopo lo stupore, giubila di riconoscenza per tutto ciò che il Padre del Cielo vuole donare ai suoi figli fedeli.

«O Gesù, vieni presto: non tardare!»

Ho pregato e invocato più volte lo Spirito Santo e il mio Angelo Custode perché mi assistano. Allora sul mio capo ho avvertito la presenza costante di una grande aquila con le ali spiegate. Questo mi riporta al Vangelo di San Giovanni, mentre nel mio cuore sento:

«Sì, vengo presto!»

Stiamo per vivere la Misericordia di tutte le Misericordie.

Amen!

 

 

9 novembre 1999, Martedì

 

Durante la Santa Messa, a conclusione dell’Ottavario di preghiere per i defunti, nella mia cara chiesa, offro ancora a Gesù il mio cuore che ormai da tempo è sempre più arido. Al momento della Comunione, mentre mi avvio per ricevere Gesù-Ostia, cerco poveramente di offrire questo piccolo cuore al mio Signore, immergendolo nel calice del suo Sangue prezioso.

«Non ho altro da offrirti, mio Dio!»

Ma i miei occhi interiori contemplano qualcosa, ancora una volta, sconvolgente:

Il Cuore di Gesù, come in questi ultimi giorni, ormai, sempre si mostra gonfio e tumefatto per gli oltraggi che riceve è vivo e pulsante in una pozza di acqua gelida appena sciolta, al centro di un blocco di ghiaccio. È come se quel blocco di ghiaccio fosse stato intaccato dal contatto con quel Cuore martoriato, dal quale esce, come precedentemente, una fiammella di fuoco vivo.

Non riesco a capacitarmi a quella vista, mentre sento la voce dolce e mesta del mio Signore:

«Oh, il mio Cuore, brucia d’Amore, per questa umanità gelida. Quanto freddo, bimba mia, in questa umanità. Anche se il mio Cuore brucia e scioglie il ghiaccio più duro, non posso che creare una piccola pozza in questa umanità. Il mio Amore non può espandersi».

È impressionante! Ciò che vedo è sconvolgente.

Timidamente mi inginocchio davanti a questa scena. Allungo le mie mani e indegnamente raccolgo quel Cuore per stringerlo al mio petto per scaldarlo un po’. Ma, inaspettatamente, le mia mani scottano al contatto con il Cuore del mio Signore, mentre si fanno trasparenti per la Luce che le inonda e le trapassa da parte a parte. Vedo attraverso quella Luce, le ossa delle mie dita e della mia mano, come in una radiografia.

Il contrasto tra quel gelo terribile e questo calore, è per me indescrivibile. O mio Signore, Cuore di immenso Amore!

Ed ecco la voce del mio Gesù:

«Scrivi, piccola: questa è la natura del mio Divin Cuore: fuoco, fuoco vivo d’Amore!»

O Signore, Dio nostro, come è possibile «buttare» così la tua infinita Misericordia? Tu sei vivo in mezzo a noi e non sai che donarti. O Signore, Gesù Amore, pietà dei tuoi figli!

O mio Signore, perdona!

Amen!

 

 

23 dicembre 1999, Giovedì

 
Per questo Santo Natale, dopo aver tanto cercato, sono riuscita a trovare una statuina rappresentante il Bambino Gesù, proprio come la desideravo.

È bellissimo il mio Bambinello! Gli occhi azzurri sono rivolti al Cielo, le manine aperte e le braccia spalancate, sembrano voler accogliere me e il mondo intero.

Una grande tenerezza invade il mio cuore nel contemplarlo! E nulla mi sembra tanto bello per accogliere degnamente il Piccolo.

Appena è entrato in casa mia, me lo sono stretto al cuore. Poi l’ho deposto su un cuscino di pizzo, ripromettendomi di provvedere più tardi a qualche soluzione migliore. Ma...

Più tardi, invece, Gesù Bambino ha parlato al mio cuore:

“Oh, no, Io desidero essere messo ancora sulla paglia!

Voglio essere ancora il Povero tra i poveri!

Sulla paglia, mettimi ancora sulla paglia!

Come a Betlemme!”

O mio Piccolo Signore, sono stupita e commossa!

Sì, come Tu vuoi! Provvederò!

Osanna! Osanna!

gesù su paglia.jpg 

 
31 dicembre 1999, Venerdì

 

Durante la Santa Messa del mattino, vedo interiormente Gesù Risorto, solenne! La sua veste bianchissima, illumina a giorno un luogo assai buio. È come se Gesù stesse sulla soglia di una porta invisibile.

Infatti, Gesù, con sorriso amorevole, attende...

Ed ecco sopraggiungere delle persone. Gesù dona a ognuna di esse una lampada a olio e le invita a entrare per la porta. Si forma così una lunga fila di persone che avanza con le lampade accese.

Ormai vedo una interminabile fila di fiammelle tremolanti, dirette verso un luogo non ben definito. Tuttavia avverto che è un passaggio obbligato, forse un sentiero che passa su di un dirupo, oltre il quale si potrebbe precipitare nel buio.

Poi, vedo che le fiammelle, danzando, prendono tutte una stessa forma che è in realtà una scritta: “Jesus”.

E così si forma una interminabile fila di scritte di fuoco:

“Jesus… Jesus… Jesus…”.

Poiché nel buio non vedo altro che queste fiammelle, ciò che mi appare interiormente è suggestivo e straordinario: Gesù, nella sua Maestà Infinita, è come acclamato da questo coro silenzioso di luce e di fuoco.

Il mio spirito è rapito da questa visione misteriosa e bellissima, mentre la Voce soave e dolce del mio Maestro dichiara:

“La luce ha il mio Nome!

Il mio Nome è la Luce!

Io sono la Luce!”

 

Sì, mio Signore, noi abbiamo bisogno di mantenere le lucerne della nostra fede ben accese. La fede stessa, le lucerne stesse, ci vengono donate unicamente da Te che ci indichi la strada sicura, altrimenti noi cadremo nel buio.

Il tuo Santo Nome è l’unica salvezza per gli uomini di tutti i popoli della terra.

Tu sei la Porta, oltre la quale vi è la Luce per noi.

Non c’è altra via nel mondo per raggiungere la Luce che passare attraverso la Luce.

 

Durante questa riflessione, la folla cresce ancora, e ora vedo che ha raggiunto una valle immensa, sconfinata, ma ancora nel buio.

Poi, davanti a tutta questa moltitudine, ancora una volta si staglia una Croce immensa, Potente, Gloriosa. E non vedo altro che questa Croce di Luce: tutto il resto all’intorno è annullato dallo splendore di questa Luce... mentre nel cuore sento una voce potente dichiarare:

“Gesù di Nazareth ha trionfato sulla morte!

Il Suo Regno è eterno!”

 

In un lampo improvviso di luce sulla folla, riesco a scorgere per un attimo la moltitudine alla quale mi sento profondamente unita. Non vedo più le lampade accese, ma percepisco, interiormente, che tutti siamo inginocchiati davanti alla maestà di questa Croce!

Pietà, mio Dio!

Amen!

 
 

4 gennaio 2000, Martedì

 

Sono in preghiera davanti al Tabernacolo di una piccola cappella e vedo, nel mio cuore, alternarsi continuamente due immagini: Gesù Ostia e la figura di Erode, mentre la voce sommessa di Gesù giunge al mio cuore con queste parole:

“Figlia mia, gli Erode di oggi, e sono tanti, temono la mia Presenza, come allora Erode temeva la mia Nascita.

Ancora, ancora la superbia degli uomini mette la loro potenza umana in competizione con la mia Regalità.

Ancora non si è compreso che la Potenza di Dio non è su questo piano.

L’uomo nega la mia Regalità, perché la teme.

I Magi avevano compreso e, nella loro umiltà di Sapienti, avevano gioito.

La Sapienza e l’Amore è dei cuori puri.

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio!”

I miei occhi spirituali, si spalancano su questa realtà, che nei secoli si è ripetuta e si ripete oggi più che mai.

Pietà mio Signore, mio Bambino, mio Tutto!

Amen!

 
 

21 gennaio 2000, Venerdì

 
In questi ultimi giorni, mi è difficile conciliare la preghiera con gli impegni di lavoro, l’ascolto delle persone che hanno bisogno di essere ascoltate, scrivere... e a dare la giusta priorità a ciò che è giusto in ogni momento.

Durante la Santa Messa, Gesù mi dona questo insegnamento:

“Piccola, non permettere a nulla di rubarti il tempo per Me; imponiti con fermezza, ma con carità e amore”.


Poi lo Spirito mi dona l’immagine di un’onda sul mare, che con gli occhi del cuore vedo riprodursi in lontananza, fino all’orizzonte; mentre ancora la voce di Gesù continua:

“Ogni più piccolo moto d’amore, ha una conseguenza nel mondo intero, simile all’impatto di un’onda sul mare.

L’onda non si sa dove è nata, poiché nasce già per conseguenza di un’altra onda; e non si sa dove muore, poiché a sua volta produce altre onde, in un movimento continuo di causa ed effetto.

Così è l’amore!

Un piccolo atto d’amore è come l’onda: innesca un susseguirsi di moti d’amore che hanno conseguenze lontane… e a voi sconosciute”.

O mio Signore, Ti offro tutto, anche ciò che per me è difficile valutare. Tu, farai tutto fruttare, nell’Oceano infinito della tua Misericordia!

Amen! Alleluia!


11 febbraio 2000, Venerdì

Festa della Madonna di Lourdes

 

Alla sera, durante la celebrazione della Santa Messa di guarigione, ricevo nel mio cuore questa terribile immagine:

Vedo il globo terrestre come fosse una enorme sfera di cemento armato. Si intravede in essa una grande fenditura orizzontale, come un ingresso sotterraneo. Fuori vi è una grande folla, con tanti bambini, che va come attratta da una forza irresistibile, verso quella specie di bocca rovesciata sulla terra.

Pare infatti che le persone non camminino, ma che sia quella forza misteriosa a farle rotolare come su invisibili tappeti mobili, verso quella apertura.

Poi, appena più vicina, ecco che la folla viene come aspirata all’interno, dove intravedo luci artificiali potentissime in un ambiente simile a un interminabile centro commerciale. Vi sono allineati innumerevoli computer, tutti uguali.

Tuttavia, nonostante abbia visto tutta quella folla entrarvi, all’interno non scorgo traccia di persone.

Sono stupida e profondamente turbata.

Non comprendo assolutamente nulla e dico a Gesù:

“Ma che vuoi dirmi, mio Signore?”

Ed ecco la sua Voce:

“Verrà il tempo, figli, che molti uomini spariranno, inghiottiti da questo mondo, senza che voi sappiate più nulla”.

“O mio Gesù, ma è spaventoso!”

“Sì, figlia mia, è spaventoso, ma l’umanità, si sta avviando a una catastrofe.

Ci saranno avvenimenti mai avvenuti prima.

Questo sarà un segno...

Il mondo inghiottisce i figli del mondo. Come una enorme pantera, il mondo spalancherà le sue fauci...

 State attenti, figli: non avrete più libertà!

Come marionette, verrete guidati da forze più grandi di voi, ma... create da voi!

Fermatevi, figli! Vi ho avvertito: quel tunnel, non ha uscita, figli miei!”

 

Mentre scrivo chiedo a Gesù:

“Gesù, ma sei veramente Tu che mi parli?”

Gesù, come sempre a questo mio interrogativo, segna la mia fronte, la mia bocca e il mio cuore con la Croce e afferma:

“Sì, figlia mia, sì: sono Io, Gesù!”

O mio Signore, pietà del tuo popolo!

Ho avvertito il tuo Dolore Santo nel cuore.

Pietà, mio Dio. Ferma questa pazza umanità, Ti prego.

 

Gesù, ora sta passando realmente in mezzo a noi, nell’ostensorio portato dal Sacerdote...

O Gesù!...

 
 

2 marzo 2000, Giovedì

 

Sono influenzata, perciò rimango in casa.

Al mattino, seduta sulla solita poltrona, con il Bambinello fra le braccia, come ormai di consuetudine durante il Santo Rosario, invoco la presenza di Gesù, di Maria, del mio Angelo Custode, poiché la mia mente, forse anche un po’ indebolita per il malessere generale, è incapace di fermarsi in preghiera.

Terminato il terzo mistero della gioia, ecco il mio Gesù, davanti a me, abbassato sui talloni per essere alla mia altezza.

Il Bambinello è tra di noi e... contemplo una scena particolare, tenerissima.

Guardo Gesù e mi sento imbarazzata, perché Lui, il mio Dio, sta ai miei piedi.

Questo pensiero, non fa a tempo a sfiorare la mia mente, che già il mio Gesù parla al mio cuore.

Gesù guarda la statuina che lo rappresenta Bambino e con infinita tenerezza, mista a dolore, pronuncia queste parole:

“Oh, se tu sapessi, quanto è profanato il mio Corpo, mentre tu Mi tieni dolcemente, maternamente fra le tue braccia!

Nella mia Gloria, Io mi mostrerò Bambino e, comprenderai quanto è stato importante questo tuo amore a un Bambinello di gesso, nel quale, tuttavia, Io sono vivo.

Mi mostrerò come ai Pastori, poiché soltanto i puri di cuore, come i Pastori, possono vedere in un piccolo Bimbo il loro Dio.

Allora tremeranno coloro che hanno profanato il mio Corpo e che oggi mi profanano in troppi corpicini di bimbi.

Ah, la mia Giustizia sarà tremenda se non si convertiranno, perché la mia Giustizia è Amore! E l’Amore non tollera più che ciò che di più sacro vi è al mondo, l’innocenza, venga profanata.

L’innocenza è l’Essenza stessa del Padre Celeste!

L’infamia di satana è distruggere l’innocenza, come ultimo terribile oltraggio a Dio stesso.

Io, Gesù, l’Eterno Innocente con il Padre, verrò presto a giudicare il crimine dei crimini, e... sarò inclemente e terribile; poiché figli, non confondetevi: la mia Misericordia sarà Giustizia!

Dissi un tempo alla mia gente:

“Guai a chi scandalizzerà uno di questi piccoli...”.

Ma oggi Io vi dico:

Uomini, siete arrivati molto più in là, dello scandalizzare con le parole, con le opere e con gli esempi non buoni.

Oggi, voi volete distruggere i piccoli, volete distruggere la loro vita, prima ancora che vedano la luce, volete distruggere la loro infanzia, volete seminare, nel loro cuore e nelle loro menti, la malizia, la perversione... perché sapete che essi sono i miei prediletti.

Oh, stolti, non sapete che loro sono i nuovi martiri? Coloro che per il loro martirio innocente, ancora salveranno il mondo? e potranno con il loro perdono, salvare anche voi stessi, se, in un barlume di luce, fra le tenebre in cui siete sprofondati, saprete gridare a loro e a Me?

Per le loro suppliche, allora, ancora Io potrò salvarvi!”

Allungo le mie mani per metterle in quelle di Gesù.

Ora lo vedo chiaramente nei particolari: i suoi capelli sono color bronzo antico, i suoi occhi due laghi azzurri e profondi, il suo sguardo incredibile è ancora Bontà, mentre l’odio verso Dio, sta raggiungendo il più alto vertice.

Ma è inutile: non riesco a descrivere ciò che Egli è.

Lui, l’Umilissimo che in questo atteggiamento pronuncia con stanchezza:

“Di’ questo al mondo, bambina mia, dillo al mondo!”

La sua tunica bianca si fa ancora più bianca, luminosa!...

O Gesù mio, pietà del tuo popolo!

 
Riprendo fra le braccia il mio Bambinello che avevo posato per scrivere... e riprendo il Santo Rosario.

O Gesù mio, vieni presto, non tardare!

Amen!

 
 

27 maggio 2000, Sabato

 

Dopo la Santa Messa, mi fermo ancora in chiesa per recitare prima la Coroncina dell’Amore, poi inizio il Santo Rosario.

Il mio cuore avverte subito fortemente la presenza di Gesù, mentre una grande tenerezza per Gesù Bambino mi invade.

Al terzo mistero, Gesù Bambino, delizioso, con il Corpicino paffutello e perfetto, avvolto unicamente in un pannolino di lino bianco, si fa presente misticamente tra le mie braccia. La forte sensazione di calore fisico che il suo Corpicino mi dona, infonde una gioia grande  nella mia anima.

Una parte di me, forse la parte più intima di me, vive un grande sgomento:

 

O mio Piccolo Signore,

mio Dio, mio Re,

io so che sto tenendo tra le mie braccia,

indegnamente,

il Figlio di Dio fatto Carne.

Tuttavia mi colpisce profondamente

la perfezione del tuo Essere!

 

Sento sgomento e meraviglia per questo mistero che sto vivendo ed, egoisticamente, non vorrei avere in questo momento il compito di scrivere, per gustare intimamente ciò che neppure so descrivere.

Gli chiedo perdono, perché questa mattina a casa, per la fretta di arrivare in tempo alla Santa Messa, non l’avevo salutato.

“Scusami, Piccolo mio!”

Gesù Bambino tiene nella manina destra una grande corona del Rosario, il cui colore varia continuamente: ora bianca, ora rosa, ora gialla, poi altri colori ancora...

“Bambino mio, che cosa vuoi dirmi?”

Mi metto in ascolto, invocando lo Spirito Santo come sempre, per non essere ingannata.

Guardo Gesù esposto sull’altare per l’Adorazione e odo la sua inconfondibile Voce...

Allora prendo il quaderno per scrivere subito.

 

Un pensiero puramente umano, che tuttavia mi fa sentire in simbiosi con il piccolo Gesù, consola il mio cuore:

“O mio piccolo Signore, ora è estate, non fa più freddo, non soffre più il tuo Corpicino come alla tua Nascita e...”, me lo stringo al cuore felice.

Tuttavia la Voce mesta e triste di Gesù mi comunica:

“No, mammina mia, ho tanto freddo, ho tanto freddo nel Cuore per questa umanità.

Ho tanto freddo perché non Mi considerano nei piccoli, non comprendono il valore della vita.

Non comprendono che ogni bimbo è simile a Me: un piccolo Gesù Bambino!

C’è una grande schizofrenia nel mondo; la più grande schizofrenia di questi tempi riguarda i piccoli, lede la loro vita e il loro equilibrio.

Oggi i piccoli, o sono impediti fin dal concepimento o nella loro crescita, oppure vengono idolatrati pur di poterli possedere, non per amore, ma per orgoglio sfrenato e spesso per puro egoismo.

La conseguenza di ogni atto non è ponderata: essi sono per la scienza, spesso, solo oggetti.

Oggetti di piacere e di potere, contro Dio Padre Creatore”.

 

Sembra che Gesù Bambino giochi con la grande Corona che tiene nella sua piccola mano, ma invece il suo ammonimento si fa severo:

 

“Ricorda al mondo, ricorda che solo questa arma potrà, con il mio Sacrificio celebrato ogni giorno, e... dopo (Gesù qui intende alludere al tempo in cui la celebrazione della Santa Messa non sarà così libera come oggi), fermare questo flagello o mitigarlo prima del mio Ritorno, poiché allora, ricordatevi, figli, la mia Misericordia sarà Giustizia e la mia Giustizia sarà tremenda!”

Mi avvicino al viso di Gesù Bambino per baciarlo e per chiedere perdono per me e per l’umanità intera.

 
 

2 agosto 2000, Mercoledì

 
Durante il Santo Rosario, meditando nel terzo mistero della gioia la nascita di Gesù, penso a tutti i bambini che, sin dalla nascita, soffrono nel loro corpicino.

Penso a quanti bimbi non conoscono la gioia del camminare, del correre e del giocare...

Penso a quanti sono stati fermati troppo presto dalle tristi vicende della vita...

Sale anche dal mio cuore un tacito perché!

Vedo interiormente il mio Bambinello molto triste.

Poi, vedo la Mano di Gesù, ancora ferita, tendersi  verso qualcuno... e sento la sua Voce:

 

“Bambina mia, scrivi questo che ti dico:

Figli miei, che il mondo ha fermato nel fiore della vostra giovinezza, non temete!

Io verrò presto!

Vi tenderò la Mano e vi rialzerò!

Attendetemi nel cuore e nella mente!

Sì, verrò presto!

Darò loro la Mano e li rialzerò!”

 

Ora penso alla sofferenza di Gesù per i suoi figliolini che, come Lui stesso afferma, il mondo, cioè il peccato, la violenza o la malattia, ha in molti modi fermato.

Penso a quella Mano ferita per la nostra salvezza...

O Gesù, Amore infinito, vieni presto: non tardare!

Amen!

 

Più tardi...

 

Durante la meditazione del primo mistero della gloria, percepisco profondamente quanto la Risurrezione di Gesù sia il motivo principale del nostro vivere il Giubileo.

Di che mai dovremmo giubilare, se Gesù non fosse risorto?

Se non vivessimo nell’attesa di Lui, in chi o in che cosa potremmo sperare?

Chi potrebbe ottenerci la remissione dei nostri peccati?

A un tratto, improvvisamente, vedo interiormente il logo universale del Giubileo con le scritte:

 

CHRISTUS HERI HODIE SEMPER

 

Poi questo simbolo perde i suoi significativi colori, si incendia di luce dorata... e pulsante come un cuore.

Al centro compare una scritta:

 

JUBILATE DEUM!

 

Mentre nel mio cuore risuona la Voce del mio Gesù:

“Giubilate con Me. Giubilate con Me!”

Oh sì, mio Signore Gesù! Vieni presto e... giubileremo con Te per sempre!

Perché venga presto Gesù... io Ti prego, Padre!

Amen!

 
 
20 agosto 2000, Domenica

 
Parto per gli Esercizi Spirituali, che si svolgeranno nella Luce della Santa Vergine de La Salette, in un “Foyer de Charité”, secondo la spiritualità di Martha Robin, un’anima privilegiata con doni straordinari, che per moltissimi anni visse di sola Eucaristia.

Ho tanto bisogno di silenzio e di contemplazione… e credo che qui, fra queste montagne stupende, tra cari amici in Cristo, troverò tanta pace.

Ringrazio il mio Signore per questa meravigliosa opportunità che mi è stata proposta da due carissime amiche.

Il silenzio è il dono che apre il nostro cuore a Dio.

Lui ha detto:

“Nel silenzio parlerò al tuo cuore!”

Così sia!

21 agosto 2000, Lunedì

 

Padre C., il Sacerdote che guida il nostro seminario, ha scelto come tema: “Il Giubileo”.

La prima meditazione tratta: “Il Giubileo: dono di Dio agli uomini e risposta degli uomini a Dio”.

A questa affermazione il mio sguardo interiore viene interamente occupato da una immensa clessidra.

La parte in alto è grandissima, mentre la parte inferiore è molto  piccola. All’interno di quella grande è contenuta della sabbiolina candida che, dalla parte superiore, passa dolcemente nella inferiore fino a riempirla totalmente.

Poi la clessidra viene capovolta e allora la sabbiolina ritorna nella parte grande, ma non è più bella e bianca come prima: fra i minuscoli granellini vi è qualche granellino scuro.

Poi la clessidra viene capovolta una terza volta e, dalla parte grande, riscende la sabbiolina tornata a essere nuovamente bianca.

E così di seguito...

Continua anche la catechesi e mi è sempre più chiaro, con questa immagine della clessidra, la verità del Giubileo: Tempo di Grazia, Anno di Grazia!

In questo dono totale di Sé, che Dio fa al suo popolo, e in questa risposta, per quanto imperfetta che l’uomo dà a Dio, avviene una vera e costante purificazione e, per conseguenza, una sempre più vera identificazione con Cristo.

Comprendo meglio ora anche l’immagine del 2 agosto:

 

JUBILATE DEUM!

 

Il Giubileo è Cristo stesso!

Per questo il suo Cuore pulsa al centro del simbolo universale del Giubileo, mentre Gesù invita:

“Giubilate con Me!”

Gesù, purificandoci per la santità, ci rende piano piano, sempre più simili a Lui!

Grazie, mio Signore!

Amen!

 

1 ottobre 2000, Domenica

Durante la Santa Messa, celebrata dal Vescovo, per la festa della nostra Regina, al mio cuore appare la figura di Gesù, sfolgorante di luce bianca.

La sua tunica e il suo manto sono di tale candore che anche il viso, le mani e i piedi di Gesù paiono riflettere questo candore.

Gesù sta ritto e imponente su di una altura e con il suo aspetto meraviglioso domina in uno sguardo d’Amore e di Potenza tutto intorno.

Un forte vento, fa scuotere gli abiti tutto intorno al corpo di Gesù, conferendogli un aspetto ancora più imponente.

Poi, con la sua voce soave, Egli proclama a gran voce le note Beatitudini (Mt 5,3-11):

 

“Beati i poveri in spirito,

perché di essi è il regno dei cieli.

Beati gli afflitti, perché saranno consolati.

Beati i miti, perché erediteranno la terra.

Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,

perché saranno saziati.

Beati i misericordiosi,

perché troveranno misericordia.

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.

Beati gli operatori di pace,

perché saranno chiamati figli di Dio.

Beati i perseguitati per causa della giustizia,

perché di essi è il regno dei cieli.

 

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi”.

Poi Gesù continua:

“Ma oggi figli, Io vi dico:

Beati coloro che si stringono a mia Madre!

Essi non avranno nulla da temere!

Beati coloro che attendono

il trionfo del suo Cuore Immacolato!

Essi saranno consolati e riconciliati!

Beati coloro che attendono il mio Ritorno!

Essi saranno ristabiliti per sempre in Me!

Beati coloro che sono vergini fedeli

 e non si stancano di aggiungere l’olio della fede!

Essi Mi riconosceranno al mio ritorno!

Beati coloro che avranno perseverato fino alla fine!

Essi goderanno della mia Ricompensa per sempre!

Beati coloro che non Mi avranno rinnegato!

Io non li rinnegherò!”

 

A ogni beatitudine lo sguardo di Gesù spazia all’intorno sull’Umanità disseminata su tutta la terra. Pare che Lui raccolga ogni realtà di bene presente oggi nel suo Cuore Misericordioso, con un unica promessa:

“Su, rialzatevi! Ecco lo Sposo!”

Sì, Gesù, nostro unico Signore, vieni!

Vieni, la nostra vera ed eterna Beatitudine sei Tu!

Vieni, Sposo Diletto! La tua Sposa è pronta per il suo Sposo!

Vieni, non tardare!

Alleluia!

 

22 ottobre 2000, Domenica

La Santa Sindone rimarrà esposta al pubblico nel Duomo di Torino ancora per poco tempo.

Allora mi reco in questa città per ripercorrere in pellegrinaggio come nel 1998, quel tragitto che mi riconduce a questa Reliquia che mostra a noi l’impronta del Corpo del nostro Dio.

All’improvviso questa constatazione mi fa trasalire di stupore.

Il nostro Dio, attraverso questo incredibile segno, sopravvissuto miracolosamente al tempo e agli eventi, ha voluto lasciarci una testimonianza sicura della sua Incarnazione e della sua Risurrezione.

Voglio ripercorrere con Lui il cammino che lo portò verso quel Sudario, e così durante il tragitto obbligato per arrivare alla Sindone, recito nel mio cuore i Misteri Dolorosi.

Vivo intensamente questa ora per me straordinaria!

Questo tragitto mi fa rivivere veramente, con Gesù, la salita al Calvario e, silenziosamente nel mio cuore, piango.

Desidero meditare questi Misteri, come preparazione  prima di giungere là, davanti al grande mistero che è la Santa Sindone.

Prima di giungervi, ci vengono proiettate delle immagini esplicative e particolareggiate della Sindone Stessa che da alcuni viene definita il 5° Vangelo.

La mia mente viene colpita all’improvviso da una domanda:

“Perché Torino? Perché Gesù ha scelto questa Città per dimora della sua Impronta, dopo tanto pellegrinare nei secoli?

Torino! Città benedetta, per la grande presenza di Santi.

Torino! Città combattuta e misteriosa!

Torino! Città prescelta dal Signore per lasciare al mondo intero, i segni vivi della Sua Passione per noi!

Mi pare una predilezione avere così vicino un tale Tesoro!”

Sono assorta in questi pensieri che naturalmente non trovano risposta, quando sento nel mio cuore queste parole distinte:

“Torino! Il significato sta nel suo nome!”

Non comprendo assolutamente ciò che possa significare questa risposta, che tuttavia credo dello Spirito Santo.

Attenderò! Così sia!

Prosegue il mio cammino verso la Sindone.

Quando mi trovo al suo cospetto, vengo colta da una profonda emozione, come mai era avvenuto in passato.

I segni delle Sante Piaghe sono lì, davanti ai nostri occhi, a dirci ancora oggi, dopo 2000 anni, che quell’Uomo è morto per noi.

Ma soprattutto è qui per dirci ancora che Lui è Vivo, poiché altrimenti quel Lino non esisterebbe.

Quel Lino non potrebbe esistere, se quell’Uomo non fosse vivo; sarebbe rimasto nel sepolcro con il suo cadavere.

Quel Lino non avrebbe significato!

Quel Lino misterioso, rimasto per soli tre giorni in un Sepolcro, quel Lino unico e meraviglioso, porta l’impronta di un Uomo Vivo: Cristo Gesù!

Esso porta l’impronta di Dio!

Il nostro unico Dio!

Quel Lino, segno di contraddizione, come Colui che avvolse...

Quel Lino che non basta a nutrire la fede di chi non crede, ma che anche per la scienza è oggi ancora “mistero”...

Quel Lino, porta in me uno sgomento: “Gesù mio, perché il nostro cuore è così duro!”

 

Ed ecco davanti a me il mio Signore, il Risorto, bianco di Luce sfolgorante!

Gesù dal suo candore fa giungere al mio orecchio come una melodia, la sua Voce:

“Bambina mia, poggia qui il tuo capo, qui sul mio Cuore”.

Mi appoggio al Cuore di Gesù, e chiedo perdono per l’incredulità del mondo intero.

Pietà, mio Dio!

In quel preciso momento, vedo il Sacro Lino disteso, scendere sopra di noi dall’alto e ricoprirci.

Poi, esso si piega a metà su di noi e ci avvolge esattamente come avvolse Gesù nel Sepolcro.

I miei sentimenti?... Oh, non saprei descriverli!

Ancora Gesù parla al mio cuore per donarmi il suo Pensiero:

“La Sindone è il lenzuolo che con Me avvolse tutti gli uomini della terra, perché ogni uomo era nel mio Cuore.

Ogni uomo è sceso con me nel sepolcro, come ogni uomo è destinato con Me alla Risurrezione.

In essa sono impressi i segni della mia Morte e della mia Risurrezione, perché voi crediate!”

 

O mio Signore, grazie per questa esperienza che ancora mi lascia piena di stupore e... di certezza.

Sì, Tu sei vivo!

Sì, Tu presto verrai!

Così si canta nell’inno del Giubileo!

Alleluia!

 

18 novembre 2000, Sabato

È già sera e ancora non ho potuto fermarmi un attimo in compagnia del mio Signore.

Come sempre, quando succede questo, in me c’è un po’ di insoddisfazione per non aver saputo mettere la preghiera prima di ogni altro impegno, anche se di apostolato, nella mia giornata.

Offro a Gesù il Santo Rosario recitato a stento per la stanchezza e chiedo a Lui di perdonarmi e di sopperire alle mie mancanze.

La bontà e la tenerezza del nostro Amore sono ancora una volta imprevedibili!

Davanti ai miei occhi interiori, ecco Gesù, bellissimo nella sua tunica bianca. Osservando le ampie maniche della tunica, intravedo maniche nere come se, sotto la tunica, Gesù indossasse anche una talare sacerdotale.

Gesù mi porge le sue Mani, con il palmo rivolto verso l’alto, invitandomi ad appoggiarvi sopra le mie mani.

Accolgo con gioia e sorpresa l’invito silenzioso di Gesù, sentendomi piccola piccola.

Abbasso il capo mentre la Voce dolce di Gesù raggiunge il mio povero cuore:

“Figlia mia, tu sai quanto bene si può fare se le nostre mani sono unite nel donare!

Tu sai quanti cuori si potranno conquistare con la preghiera e con le opere!

Ricorda: la preghiera senza le opere è cosa morta!

Come le opere senza preghiera non fruttano!

Ma ricorda, bambina mia, e non tormentarti: quando tu ascolti il fratello, la sorella che Io ti mando, questa è preghiera!

Quanto e più dell’orazione, quanto e più della meditazione, poiché molto spesso, è più faticosa e meno gratificante.

Offrimi quanto riesci della tua giornata.

Non giudicare tu, se è poco o tanto.

Solo Io saprò cogliere ogni atto e soppesarlo, e... nell’economia della mia Misericordia, farlo fruttare per la Gloria del Padre mio.

Ricorda: se ti avessi voluta tutto il giorno in orazione, ti avrei Io stesso tolta dal mondo.

Tu, donna comune, divisa tra vita normale e mistica; proprio così consacrata a Me, porterai nel mondo la mia Opera, l’annuncio del mio Ritorno!

Anche quando fai fatica a pregare, la tua fatica è preghiera!

Anche quando vieni presa da altre cose, il tuo rammarico è preghiera!

Nella tua aridità, la nostalgia di Me, è preghiera.

Il tuo “sì”, rinnovato ogni giorno è la preghiera più gradita al Padre!

Unisci le tue mani alle mie Mani, bambina mia. Sempre!

Io sono la Preghiera!

Il dialogo tra Me e il Padre, tra Me e lo Spirito Santo è continuo! Incessantemente Io sono Preghiera Viva!

Io sono il Verbo! Il Verbo Santo di Dio!

Le nostre mani giunte, le tue e le Mie, trasmettono al cuore la preghiera più gradita al Padre in ogni momento: Sia fatta la tua Volontà!

Ora riposa, bambina mia!

Io ora ti benedico nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen”.

Gesù, pronunciando le parole di Benedizione, segna come sempre la mia fronte, la mia bocca e il mio cuore, con il segno di Croce; mentre pronunciando l’Amen, ancora Gesù mi tende le sue irresistibili Mani, affinché io vi appoggi le mie.

Con questo suo insegnamento, Gesù mi fa comprendere in modo nuovo, la differenza tra orazione e preghiera nel suo significato più ampio. L’orazione è un aspetto soltanto della preghiera.

Gesù mio, quanto sei buono!

La tua Bontà ci supera sempre!

Gesù, la tua comprensione, per la tua povera formichina, scioglie il mio cuore all’amore per Te, mio Signore e mio Dio!

La tua tenerezza mi fa piangere di gioia!

E ora comprendo.

Anche Tu, nella tua Vita terrena, non potevi stare tutto il giorno in orazione, solo con il Padre.

Ma quando le tue Mani Sante accarezzavano un bambino, ebbene, Tu pregavi!

Quando a Nazareth Tu aiutavi Giuseppe, piallando con le tue Mani il legno per sollevare la sua fatica, ebbene, Tu pregavi!

E quando con le tue Mani,  porgevi una brocca colma di acqua a Maria, per aiutarla, Tu pregavi!

Quando le tue Mani toccavano e guarivano, Tu pregavi!

Quando con Esse benedicevi, Tu pregavi!

Quando spezzarono il Pane, le tue Mani realizzarono il culmine della tua Preghiera per noi: Tu stesso sotto forma di Eucaristia!

Quando le tue Mani furono trafitte, Tu le offristi al Padre Celeste per salvarci!

In un attimo percepisco questa realtà sublime!

Ora, sotto la Luce dello Spirito Santo, comprendo che quelle mani che popolano la mia mente e il mio cuore, ormai da giorni, senza che io avessi compreso, sono le mani di tanti fratelli che si tendono a me, mani che misticamente appartengono tutte al Cristo!

O Gesù, Gesù mio! Grazie per questo tuo meraviglioso regalo, che dà pace al mio cuore.

Tu, l’Eterno Sacerdote che con il tuo Amore assolvi i tuoi figliolini non solo dal peccato, ma dalla sensazione di incapacità e impotenza che spesso ci assale.

Così sia! Alleluia!

 

26 novembre 2000, Domenica

 
Partecipo a una Santa Messa assieme agli amici del Gruppo di Preghiera di Mediugorje. Nel riceve l’Eucaristia sotto le due specie, al mio cuore si fa presente Gesù.

Ancora il mio Signore si presenta con la sua tunica immacolata.

Tiene fra le braccia una grande cesta colma di semi.

Gesù, come un seminatore, sparge il seme, ma... in modo molto insolito.

Seminando Egli gira su Se stesso.

Man mano che il seme raggiunge il terreno intorno ai suoi piedi, vedo con stupore, che subito nascono tanti minuscoli fiorellini bianchi dal cuore d’oro.

Ora Gesù si trova al centro di una deliziosa aiuola, e continua il suo lavoro in modo ancora più originale: sparge la semente con lunghe e decise gettate e ancora gira su se stesso, formando così una raggiera intorno all’aiuola centrale.

Anche questi raggi fioriscono e, misteriosamente, Gesù si trova al centro di un sole di minuscoli fiori bianchi dal cuore dorato.

Rimango incantata a contemplare questa scena deliziosa senza comprendere.

Poi Gesù mi tende la Mano invitandomi a raggiungerlo.

Prendo la sua Mano con gioia e faccio un salto ponendo attenzione a non calpestare i fiori delicati.

Mi trovo al fianco di Gesù, in questo spazio ristretto al centro di questa strana aiuola.

Quanto mi sento piccola accanto a Lui!

Timidamente alzo gli occhi e Lo guardo interrogativamente.

 

Allora Gesù con dolcezza e fermezza mi annuncia:

“Bambina mia, fino a ora abbiamo seminato vicino, intorno a noi.

D’ora in poi semineremo lontano, sempre più lontano...”.

 
Un sacro timore nell’animo mi fa stringere ancora di più al mio Gesù: Lui è la mia roccia al centro di questo meraviglioso sole fiorito come a primavera.

 
Gesù mio, come Tu vuoi!

I tuoi Progetti sono i miei progetti!

Così sia!

 
 

8 dicembre 2000

Solennità dell’Immacolata Concezione

 

Da tanta grazia ricevuta per una conoscenza soprannaturale della Concezione Immacolata di Maria, oggi esulta il mio spirito per il trionfo del suo Cuore Immacolato.

Comprendo profondamente che il Cuore di Maria non potrà trionfare che al centro di una umanità redenta dalla Gloria Misericordiosa del nostro Dio. Attendiamo con fede questo avvenimento della storia umana: giorno bellissimo e tremendo, come in questi giorni di Avvento proclama il prefazio della Santa Messa:

 

“È veramente giusto renderti grazie

e innalzare a Te l’inno di benedizione e di lode,

Padre Onnipotente,

principio e fine di tutte le cose.

Ti ci hai nascosto il giorno e l’ora,

in cui il Cristo tuo Figlio,

Signore e giudice della storia,

apparirà sulle nubi del cielo

rivestito di potenza e splendore.

In quel giorno tremendo e glorioso

passerà il mondo presente

e sorgeranno cieli nuovi e terra nuova.

Ora egli viene incontro a noi

in ogni uomo e in ogni tempo,

perché lo accogliamo nella fede

e testimoniamo nell’amore

la beata speranza del suo regno…”.

 
Questa è la nostra beata speranza!
Voglio chiedere al mondo intero, a nome di Gesù, di impegnarci in questa attesa fiduciosi nella sua Parola e di quella di Santa Madre Chiesa… senza appoggiarci a curiosità malsane e pericolose.
Tutto ciò che è necessario per la nostra salvezza lo Spirito ce lo dona giorno per giorno.

Amen.

 
24 dicembre 2000, Domenica

Vigilia del Santo Natale

Mai come in questo Anno Giubilare, il Santo Natale mi è parso tanto lontano. Le luci per le strade stridono ancora di più degli altri anni nel mio cuore che è più arido del solito.

Mi rendo conto di quanto sia difficile recepire la vera Luce in un mondo così estraneo alla verità del Santo Natale. È qualcosa che mi fa soffrire intimamente come ogni anno, perché tuttavia non riesco ad estraniarmi da ciò che mi circonda.

Durante la Santa Messa di Mezzanotte, ai miei occhi interiori, appare un’immagine che acuisce i miei sentimenti e la mia sofferenza:

Vedo un paesaggio di montagna totalmente ammantato di neve molto alta. Il cielo è grigio e cupo. Con indicibile stupore vedo adagiato sul pendio, in mezzo a questa coltre immensa di neve, un neonato quasi nudo: il mio piccolo Bambino Gesù.

Il mio cuore ha uno spasmo di incredibile dolore e con lo sguardo cerco Maria, Giuseppe, una mangiatoia…

Ma no, non c’è nulla di tutto questo!

C’è solamente neve… tanta neve!…

Avverto il freddo pungente e, superato lo stupore e l’incapacità di comprendere, vorrei correre a prendere fra le braccia il mio Bambino.

Ma all’improvviso sento un rumore ovattato e incomprensibile. Poi vedo scendere dal crinale della montagna, e venire verso di noi, una carovana di lunghe slitte trainate da renne o da bellissimi cani da slitta. Su di esse vedo sedute delle persone riccamente vestite, tra pacchi regalo grandi e piccoli, avvolti in carte variamente colorate.

Le slitte scivolano veloci sulla neve, passando da un lato e dall’altro del piccolo Bambino indifeso… Io sono ancora molto lontana e mi sento impietrita per la paura di ciò che può succedere.

Nessuno pare aver visto il Bambino Gesù che rischia di essere travolto inesorabilmente dall’indifferenza di chi è troppo preso dalle mondanità. Molta neve viene sollevata al passaggio delle slitte che, in breve, si accumula sul piccolo corpicino facendo scomparire alla mia vista il Celeste Bambino.

Oh, il mio cuore geme… Intanto le slitte scivolano via portando lontano i loro ignari passeggeri.
 

Comprendo che lo Spirito Santo permette che io questa notte viva ancora con il Bambino Gesù il freddo spirituale che Lo circonda.

Piccolo mio, Bambino mio!

Corro alla cieca in quel deserto di neve. Gesù riappare agli occhi del mio cuore, là in mezzo all’immensità di quel paesaggio che rappresenta tanto bene una realtà ancora troppo grande: l’indifferenza degli uomini che scivolano accanto al Bambino Gesù senza neppure vederlo.

Ricchi del mondo, ma ignari di Dio!

Il mio cuore è triste! C’è ancora tanto freddo intorno al Natale. Raggiungo il mio Bambino Gesù, il mio Tesoro, lo sollevo e lo stringo al mio cuore. Così finisce in me l’immagine.

 
Torno a casa e corro veloce dal mio Bambinello. Oh, questa Notte non potrò lasciarlo solo! Lo porto con me e lo pongo a dormire accanto a me nel tepore del mio amore… povero più che la Grotta di Betlemme!

Bambino mio, io ti amo!

25 dicembre 2000

Natale del Signore

 
Sono scivolata in un dolce sonno accanto al mio Bambinello. Appena sveglia, l’immagine della Notte precedente, torna al mio cuore. Ora è calato il buio su quel paesaggio di neve e ho una visione ancora più drammatica di questa nostra realtà: il freddo e il buio che avvolgono il Natale di questo Anno Santo!

O mio Signore!

Poi piano piano, mentre prego la Coroncina dell’Amore, una grande luce appare fra le tenebre.

È una luce che abbaglia, perciò non vedo nulla; ma a tentoni, incurante del pericolo e del freddo, avanzo verso quella straordinaria luce. Più mi avvicino meno riesco a vedere, tanto è potente quella luce.  Tuttavia è una luce che non acceca.

Entro nella luce, ma non vedo altro ancora che questa luce che mi circonda e mi assorbe.

Cado in ginocchio nella luce, mentre qualcosa davanti ai miei occhi prende forma: è un presepe vivente fatto di personaggi anch’essi di pura luce.

Ora vedo chiaramente il Bambino adagiato sulla paglia, calda e dorata. Vedo la Vergine Maria e San Giuseppe, mentre man mano prendono forma tutti i contorni di questa scena celestiale. Mi rendo conto che la luce proviene da una specie di capanna fatta di semplici frasche, aperta sulle tenebre fitte che la circondano. Poi si va formando un’immensa Croce Gloriosa che non ha confini e le sue braccia non finiscono da nessuna parte ma si stendono all’infinito.

Il presepe si presenta ora nella Croce Gloriosa al punto esatto dove nel dipinto della copertina di questi libri, è rappresentata l’umanità redenta da Cristo. Poi al centro della Croce prende forma un’Ostia viva che pulsa di vita, sulla quale in caratteri d’oro appaiono le iniziali della scritta: Jesus Hominum Salvator!

Il mio cuore avverte ora tutta la forza di questa immagine che è una profezia: la gloria del Santo Natale, la Gloria dell’Eucaristia, la Gloria della Croce, che avranno compimento nel ritorno glorioso di Cristo, nel trionfo della Redenzione.

E qui, in questa immagine, è narrata tutta la storia della nostra salvezza: l’Incarnazione del Verbo ha aperto questa storia che è rimasta viva nella realtà dell’Eucaristia, ma che avrà la sua pienezza nel ritorno glorioso di Cristo Gesù.

 

O mio piccolo Gesù Bambino,

Ostia viva,

manifestati al mondo intero

nella potenza della tua Divinità.

Vieni, Gesù, in mezzo a noi,

per sempre!

 

Solamente dopo il tuo Ritorno, con la vittoria della tua Croce Gloriosa sulle potenze del male, avremo anche la vittoria del Santo Natale sul mondo consumistico, ossia il trionfo della vera Luce sulle luci effimere e inconsistenti che oggi ci circondano. Allora e unicamente allora, saremo tutti pastori, tutti Re Magi in adorazione ai tuoi piedi, piccolo Bambino mio!

E sarà la terra  nuova! Sarà la nuova primavera, come ci ha annunciato la Vergine Maria a Medjugorje

E non ci  può essere primavera senza gioiosa attesa, dopo il lungo e intenso freddo dell’inverno.

Appena posato il quaderno, dopo aver descritto l’immagine, penso ancora alla triste realtà di questo mondo in contrasto con ciò che in questi anni lo Spirito mi ha comunicato.

Sento dentro di me come uno sgomento, valutando quanto il mondo sia lontano da questa prospettiva evangelica e mi sto chiedendo vivamente quale sarà il mio compito alla conclusione di questo terzo volume.

Cosa posso fare?… cosa posso dire?…

Quante persone si sono avvicinate realmente a Gesù grazie al Giubileo, durante le grandi assemblee di Piazza San Pietro!

… e il continuo portare della pesante croce del Santo Padre, evidente martire di questo tempo che ci separa dai “cieli nuovi e terra nuova” predetti dall’Apostolo San Pietro!…

Come comunicare la vera gioia del Celeste Bambino a questo tempo immerso nei piaceri del mondo? Nei regali che non riescono a riempire il cuore, vuoto dei veri valori della vita? Come nutrire ancora la speranza di un mondo di pace e di fratellanza dove la Misericordia del nostro Dio si riversa in abbondanza e in ogni momento? Quante persone vivono in questa attesa?… eppure Gesù ha chiesto di far risuonare la voce di sua Madre fino ai confini della terra… e Maria ci comunica:

“Siate occupati ad attendere Gesù!”…

E fa comprendere che nient’altro, ormai, è importante per la nostra salvezza…

Assorta nei miei pensieri mi accorgo della Voce del mio Signore che mi riscuote e mi richiama alla sua presenza:

“Figlia mia, figlia mia, figlia mia…”.

“Mio Signore…”.

“Figliolina mia, non temere:

Io sono con te sino alla fine!”

“O mio Signore:

 

Prometto di servirti in santità e giustizia

per tutti i giorni della mia vita

 

finché Tu verrai nel trionfo della tua Croce Gloriosa!” Alleluia. Amen!

 

2 gennaio 2001, Martedì

 

Oggi pomeriggio, nella cappella dell’Ospedale partecipo alla Santa Messa. Poi mi fermo per recitare la Coroncina dell’Amore e il Santo Rosario meditando i misteri gaudiosi.

Nella luce soffusa della cappelletta, ai piedi dell’altare, vedo un bel Bambinello circondato da fiori luminosi che proiettano su di lui una luce particolare. Lo contemplo in una cornice che mi porta a riflettere: sopra di lui pende la tovaglia dell’altare ricamata con questa scritta: “Ecco l’Agnello di Dio”.

Sulla parete pende un bellissimo Crocifisso. Osservo il Bambino Gesù e, con sgomento, vedo così ben rappresentata la sua ascesa alla Croce. Quale contrasto: un dolce Bambino da stringere fra le braccia, eppure già Agnello pronto per un sacrificio cruento. Mi pare impossibile che quel Bimbo sia lo stesso uomo della Croce!

Nella semioscurità contemplo e adoro!

Ma i miei occhi interiori vedono all’improvviso un’altra realtà:

Ora la Madonna è lì, nella cappelletta, ai piedi dell’altare: s’inchina e bacia il suo Gesù!

Il mio stupore è grande!

O Madre, Madre di Gesù e Madre nostra!

Il mio cuore stanco e arido è come accarezzato, a quella vista, dalla Madre e dal Figlio!

Maria è vestita in un modo noto a Medjugorje, ma mai l’avevo vista così interiormente. Il suo abito è color grigio perla, luminoso e satinato. La sua semplicità mi colpisce: è proprio la Mamma che, con voce commossa mi comunica:

“Quale gioia quando voi state in adorazione del mio Bambino Gesù! Io rivivo il Natale con i pastori e i Re Magi. I pastori portarono a Gesù la loro povertà, i Re Magi portarono la loro ricchezza, ma entrambi portarono il loro cuore! Questo è il Natale che vorrei. Così sarà presto il Natale!”

Dicendo questo, Maria si inchina a prendere Gesù fra le sue braccia materne, mentre io riprendo a recitare il Santo Rosario. Maria è rimasta così con il suo Bimbo accanto all’altare e a me parve che Lei sognasse… Soltanto quando inizio a recitare la Salve Regina, Ella depone nel cesto, circondato di fiori e di luce, il suo Bambino…

O Maria Madre mia!

Maria mi sussurra nel cuore una frase che già nel passato avevo udito:

“Desidero essere invocata come Madre! Anche il titolo di Regina mi si addice, ma voi chiamatemi Madre. Solo a una mamma si può chiedere tutto…”.

Così termina questa stupenda esperienza d’amore e Maria scompare alla mia vista interiore. Così sia. Ave Maria!


 

29 maggio 2001, Martedì

 

Dopo gli ultimi incredibili avvenimenti di cronaca, il mio cuore non fa che ripetere:


"Gesù, io amo la tua Chiesa: salvala!"


Anche oggi, dopo la Santa Messa in parrocchia, mi fermo un po’ davanti al Tabernacolo e alla statua del Sacro Cuore di Gesù col manto rosa, che mi pare Vivo.

Guardo il dolce Volto di Gesù. Poi, come fosse la prima volta, poso il mio sguardo sul suo Cuore, circondato da spine e sormontato da una fiamma.

Sono colpita come mai, prima di questo momento, dalle spine che imprigionano il Cuore amatissimo del mio Signore.

Poi vedo il Cuore Divino di Gesù, come se sgusciasse via dalle spine che lo circondano, lasciando vuoto quello strumento di tortura.

Assorta in questa visione interiore, mentre una gioia profonda mi invade, odo la sua Voce dolcissima:

"Presto libererò il mio Cuore

dalla morsa di questa corona di spine.

È giunto il tempo che il Padre aveva stabilito!

Presto Mi libererò per sempre!

Per regnare con il Padre e lo Spirito Santo e con voi,

nella Pace e nella gioia per sempre!

Bambina mia,

vivrò con te e con tutti coloro che hanno creduto

nell’adempimento della Parola del Signore!"

 

"Gesù, quale Parola?"


"Verrò nella gloria a giudicare i vivi e i morti,
e il mio Regno non avrà fine!

Non stancarti di operare per me, bimba mia.

Ti solleverò dalla fatica fisica e ti darò grande forza morale.

Mi annuncerai a tutto il mondo!"

 
Poi Gesù, il mio amato Signore, al quale nulla sfugge, aggiunge:

 
"Io sono Vivo,
ogni volta che vengo rappresentato
e accolto con amore!"


Infatti, nel mio cuore, stavo pensando con stupore che quella bellissima statua contenesse veramente un Cuore vivo, tanto Gesù mi era presente guardandolo.

Avevo voglia di toccarla, di abbracciarla…


“Gesù, è tanto grande ciò che oggi mi annunci!
È tanto grande perché, proprio oggi pare che il Maligno stia celebrando il sopravvento anche nella tua Santa Chiesa.

Gesù, grazie! Abbiamo bisogno della tua Parola, come dei naufraghi che hanno bisogno di non perdere di vista la spiaggia, per non disperare e lasciarsi andare, esausti, alla deriva.

Abbiamo bisogno di un supplemento di Fede, per credere che Tu verrai come hai promesso, poiché sempre più gli avvenimenti ci sono contrari.

Aiutaci a non dubitare! Aiutaci a non assimilare senza discernimento, tutto ciò che il mondo ci propone.

Aiutaci a leggere con la Sapienza dello Spirito Santo i segni dei tempi!

Aiutaci ad appoggiarci sempre di più sul tuo Cuore Misericordioso, come Giovanni!

Vieni presto, Gesù: non tardare!”

 

15 luglio 2001, Domenica

 

Sto salendo in collina verso un luogo dove, da qualche anno, si celebra la Festa della Vita, che ricorre in questi giorni.

Ai miei occhi interiori si manifesta Gesù Misericordioso, ma l’immagine è insolita e toccante:

Le Mani di Gesù sono bucate largamente da parte a parte; mentre una grossa catena passa attraverso questi enormi fori da una Mano all’altra e Gesù pare stranamente e tristemente ammanettato.

Il Cuore di Gesù è squarciato.

Sul suo Capo è calata la corona di spine.

I suoi Piedi sono uniti come sulla Croce… una Croce invisibile!

Questa immagine mi accompagna fin sulla collina, dove si sta celebrando la Santa Messa.

Come avessi varcato veramente la soglia di una Chiesa, mi faccio il segno di Croce, e Gesù parla al mio cuore:

 
"Ho tenuto legate le mie Mani…

 Ho circonciso il mio Cuore per fare la Volontà del Padre!"

Gesù parla adagio, come ricordando… Poi con voce più forte dichiara:

"La mia Corona sarà di Gloria!

I miei Piedi saranno Ali!

Io verrò sulle nubi del cielo.

Tutti Mi vedranno, nessuno escluso!"

Ho la percezione interiore che lo Spirito Santo libri su Gesù.

La catena si spezza.

I fori delle Mani si rimarginano.

La ferita del Cuore si richiude.

I piedi si disgiungono.

Il Volto di Gesù risplende di Luce.

Il suo Capo rifulge come sormontato da una corona di Luce!

È il suo Trionfo!

È la festa della sua Vita! Per la nostra vita!

Il mio cuore non sa che contemplare…

Vieni presto, Gesù!

 

11 settembre 2001, Martedì

Una coppia di amici con W., mi offrono la possibilità di fare un pellegrinaggio a Pontmain, piccolo paese della Mayenne, che il 17 gennaio del 1871, fu straordinariamente visitato dalla Vergine Maria.

È un luogo di apparizione, a mio parere, non sufficientemente conosciuto nel mondo, data la chiarezza del messaggio e l’immediatezza con la quale la Vergine ha realizzato ciò che era venuta ad annunciare: la cessazione della guerra da parte dei Prussiani e il ritorno dei soldati a casa: tutti salvi.

In realtà, mentre la Vergine appariva a Pontmain, nella stessa ora veniva firmato l’armistizio.

La Bella Signora fu vista per tre ore consecutive da un gruppetto di piccoli bambini, mentre gli adulti non vedevano nulla. Ma tutti, su invito del Parroco, grande devoto della Madonna, recitarono con fede, in ginocchio il Santo Rosario, mentre la Bella Signora realizzava ciò che stava promettendo.

Rimasi assolutamente colpita dall’aspetto della Vergine di Pontmain: la sua tunica è di colore blu intenso, tutto puntinato di stelle, straordinariamente simile alla Vergine Trionfante, come appare sulla copertina del libro Il trionfo di Maria!

È stata in seguito costruita una stupenda Basilica, con mosaici e vetri a cattedrale in svariate tonalità di blu, in armonia con i vari dipinti della Vergine, che al filtrare del sole, creano un gioco di luce meraviglioso.

Abbiamo goduto veramente molto di questo luogo.

Verso le ore 16, dopo una breve visita al piccolo cimitero, cresciuto intorno all’antica Chiesetta Parrocchiale, per una preghiera sulle tombe dei piccoli, prescelti dalla Vergine, ci accingiamo a salire in macchina per il ritorno.

Ma W. propone di tornare indietro ancora un attimo, per una fotografia di tutti noi davanti alla Basilica, dove è stata eretta una bellissima statua della Vergine che tiene fra le mani un Crocifisso interamente ricoperto di Sangue, come era stato mostrato durante l’Apparizione, mentre si pregava per i peccatori.

Eravamo proprio lì, sotto la statua della Vergine che ottenne la fine della Guerra nel 1871, quando ricevo dall’Italia sul telefono cellulare, una chiamata di D., una mia cara amica, che mi informava del disastro aereo alle Torri Gemelle di New York.

Rimasi impressionata per la terribile notizia e per il fatto di trovarmi proprio lì, ai piedi della Vergine che centotrenta anni fa, aveva detto:

 
"Ma, pregate, figli miei!… Dio vi esaudirà presto!

Il Figlio mio si lascia intenerire!"

 
E la preghiera umile e sollecita degli abitanti e soprattutto dei bambini di Pontmain, aveva ottenuto la pace alla Francia.

 
Comunico la terribile notizia ai miei amici e non possiamo fare a meno di rimandare la nostra partenza, per rimanere ancora a Pontmain e invocare la Vergine perché ponga fine a questa guerra appena iniziata.

Guardo il Crocifisso, tutto rosso di Sangue che la Vergine tiene tra le mani e penso che, ancora una volta e oggi più che mai, quel Crocifisso rappresenta i patimenti di Gesù.

 
“O mio dolcissimo Signore, dove finiremo?

Gesù, perdona!

Satana aveva detto un giorno, il 7 settembre 1999:

“Io coprirò il mondo di violenza, di lussuria, di impurità come mai prima. Il mondo sarà mio!”

Gesù mio, pietà del mondo intero! Oggi pare davvero il suo trionfo…”.

 
Penso alla sofferenza del mio Gesù e invoco la Vergine di Pontmain.

Tutto a un tratto i miei occhi, paradossalmente, si riempiono di luce, mentre si dilatano su una immagine incredibile:

Vedo la Terra come fosse una piccola sfera. Poi sulla terra si posa una grande Croce di pura luce e fuoco vivo: è la Santa Croce di Cristo, la Croce che ha vinto il mondo!

Dalla base della Croce, partono come dei fulmini che penetrano profondamente la terra.

Poi, le spaccature provocate diventano radici che percorrono interamente la Terra: la Croce Gloriosa è ora un grande albero, piantato su questa piccola Terra.

Allora, ecco la Voce del mio Signore:

 
"Ricorda al mondo:

più grande sarà il peccato,

più la terra sarà percorsa

dalle mie radici di Misericordia e di Giustizia!

Le mie radici d’Amore penetreranno tutta la terra!

Dall’albero della mia Croce, nella mia Gloria,

partiranno radici che daranno i nuovi germogli,

i germogli di un mondo nuovo.

Pregate! Pregate ancora.

Pregate, perché la fine è vicina!"

 
Sono commossa e stupita poiché la realtà di oggi è oltremodo drammatica, ma colgo la Bontà del mio Signore con nel cuore una grande speranza!

Gesù, per un eccesso assolutamente insondabile della sua Misericordia, sia pure con il Cuore straziato, continua il suo martirio più alto, rispettando fino alla fine la nostra libertà di figli di Dio!

Mistero quasi inaccettabile…

Ma così è e sarà!

 
Più tardi, in macchina, i miei amici mi domandarono, benché non avessi fatto parola di questa rivelazione, se il Signore o la Vergine di Pontmain mi avessero comunicato qualche cosa di importante.

Forse involontariamente lasciai trapelare la mia intimità…

Ma non risposi alla loro domanda.

Dissi invece, poiché io stessa comprendevo solo in quel momento, che il 14 settembre, avremmo dovuto pregare molto ai piedi della Croce di Cristo.

Pietà, mio Dio!

 

25 novembre 2001, Domenica

Festa di Cristo Re dell’Universo

 
Dopo il Cenacolo di preghiera, il Sacerdote celebra devotamente la Santa Messa.

Quando durante la Comunione ricevo Gesù Ostia, Lo ringrazio  per tutto ciò che sta donando.

In particolare Lo prego di benedire in modo speciale tutte le persone che d’ora in poi pregheranno la Coroncina dell’Amore, con le nuove Corone rosse di cristallo e oro, come Lui stesso ha desiderato e che, finalmente, dopo molte difficoltà, sono state realizzate.

Ho avuto la gioia di offrire la prima Corona al Santo Padre Giovanni Paolo II. Credo che la sua Benedizione renderà questa Corona un segno efficace dell’Amore di Gesù: infatti i grani rossi rappresentano, per suo desiderio, il suo Sangue versato per noi.

Improvvisamente, sento la Voce di Gesù, soave e autorevole allo stesso tempo:

 
“Questa Corona andrà in modo particolare ai malati!”

 
Gesù ha ripetuto più volte questa affermazione della quale non comprendo il suo vero significato e temo di illudermi.

Il mio cuore batte forte forte… ma non voglio pensare cose troppo grandi per me.

Intanto custodisco nel cuore questa promessa. E per ora non ne parlerò con nessuno.

Attenderò!

 
 

3 marzo 2002, Domenica

 
Le prime coroncine bianche formate solamente da una decina di grani per i bambini, volute da Gesù per la recita della Coroncina dell’Amore, stanno per partire ed essere conosciute.

Ringrazio Gesù Bambino, per questo suo Dono d’Amore e chiedo di esaudire tutti i bimbi che la pregheranno per la salvezza dell’umanità intera.

Ed ecco che, con mia sorpresa, si fa presente al mio cuore la Vergine Maria con il Piccolo Gesù in braccio. Maria innalza al Cielo il Bambino Divino e prega così:

 
“Padre Santo, nel Nome di Gesù,

dà Vita a queste "coroncine".

Nelle mani dei bambini,

Ti siano di consolazione!

Per la preghiera di questi piccoli,

nel mondo vi sia la Pace!”

 
Poi, Maria, recita il Gloria:

 
Gloria al Padre,

al Figlio e allo Spirito Santo;

come era nel principio,

ora e sempre,

nei secoli dei secoli,

Amen!

 
Sì, l’intercessione dei bambini è pura come l’intercessione della Immacolata Vergine Maria, e del suo Piccolo Bambino: i due Innocenti!

Possiamo attendere grandi grazie da questa piccolissima preghiera, se noi adulti sapremo umilmente insegnarla ai nostri bambini, e pregarla con loro.

Alleluia! Così sia! Grazie, Maria!

 

17 maggio 2002, Venerdì

 
È sera tardi. Sono tanto stanca e a causa di una costante aridità mi pare spesso di non amare e di non servire bene il mio Signore. Guardo il mio Bambinello adagiato sulla paglia, poi mi inginocchio per recitare il "Ti adoro" prima di coricarmi. E mentre prego, con i miei occhi interiori percepisco la presenza di Gesù Misericordioso, esattamente come è nel dipinto originale della Santa Suor Faustina Kowalska.

Gesù parla subito al mio cuore:

 
"Ricorda al mondo:

Con la mia Croce Gloriosa,

porterò a termine l’Opera della mia infinita Misericordia!

Ora va. Scrivilo!"

 
"Sì, Gesù!"

 
Prendo il quaderno e scrivo.

Poi Gesù continua dolcemente, mentre il suo Sguardo si fa lontano come andasse ad un ricordo:

 
"Se mancassi anche solo ad una delle mie Promesse,

fatte al mondo per mezzo di Suor Faustina,

avrei mancato interamente alla mia Misericordia.

Come potrei?

Io sono Misericordia!

Io sono Misericordia!

Io sono Misericordia!

 

Manifesterò la mia Misericordia in pienezza

con l’esplosione della mia Luce!

La Croce Gloriosa,

sarà l’esplosione della mia Luce, perché così sta scritto!

 

Ora basta, Bimba mia.

Ora va’ a riposarti.

Ti terrò sul mio Cuore Misericordioso.

Ti benedico nel Nome del Padre e dello Spirito Santo!"

 

"Grazie, Gesù! Buona notte".

 

Non ho provato alcuna emozione nel mio cuore arido… ma una assoluta certezza.

Così è e così sarà! Lo ha detto Gesù!

 

29 giugno 2002, Sabato

Festa dei Santi Pietro e Paolo

 
Alla sera, durante la Santa Messa, i miei occhi interiori si dilatano per contemplare in modo del tutto nuovo la parola: misericordia!

Gesù è dinanzi a me. Tiene fra le mani il suo Cuore che poi posa su di un vassoio di argento lucentissimo. Quindi me lo offre pronunciando queste parole:

 
"Oggi ti offro il mio Cuore Misericordioso!"

 
Poi scompare il vassoio e vedo molta acqua limpida, come se lo stesso Cuore fosse immerso in quest’acqua viva.

Gesù continua:

 
"La mia Misericordia, oggi, è Purificazione!

Ricordalo al mondo!

L’ultima fase della mia Misericordia è Purificazione!

Così ancora si manifesta la mia Misericordia:

Purificazione!”

 
Il Cuore di Gesù crea ora un movimento di cerchi nell’acqua, che si fanno sempre più ampi e più profondi… mentre l’acqua si fa sempre più limpida e trasparente.

La sua azione purificatrice, con questa immagine, mi è chiara più che mai…

 
“Sì, vieni a purificare i nostri cuori con la tua infinita Misericordia, o Signore!

Scendi negli abissi del nostro essere, e con azione sempre più ampia e profonda opera per la nostra santificazione. Amen!”

 

8 settembre 2002, Domenica

Festa della Natività della Vergine Maria

 
Ancora una volta la Volontà del mio Signore mi conduce a Parigi.

Appena giunta, entro nella chiesa di Santa Cecilia per cercare un po’ di riposo dopo il lungo viaggio. Mi metto in dolce adorazione di Gesù, nella semioscurità di questa bella chiesa, che mi piace tanto.

Gesù mi accoglie subito presentandosi al mio cuore.

Mi è dato di vedere solamente le sue Mani Sante, ma… mi colpiscono perché sono bianchissime, diàfane e incredibili...

Totalmente esangui, esse sono largamente forate al centro, tanto da lasciare pochissimo tessuto cutaneo tutto intorno ai fori.

Gesù tiene le sue Mani aperte e volte verso l’alto mentre, sotto di esse, si trova come una caldaia di Sangue vivo e bollente.

Osservo questa incredibile immagine, resa tale per il singolare contrasto tra il colorito cereo delle Mani di Gesù e il rosso vivo di quel Sangue della caldaia.

E poi, quegli indescrivibili vuoti al centro delle mani…

Non riuscivo a pensare a cosa alcuna, mentre i miei occhi interiori rimanevano come dilatati.

Ma ecco, la Voce dolce del mio Signore:

 
“Di’ al mondo:

Quando il peccato dell’uomo mi viene donato,

Io non lo trattengo,

ma lo lascio cadere nella caldaia

della mia Infinita Misericordia!

Il mio Sangue che salva,

fonde il peccato,

bruciando d’Amore per voi”.

 
Ora vedo Gesù interamente: si presenta come Re e porge le sue Mani, con i segni dei chiodi ben visibili, ma chiusi.

 
“Le vostre virtù,

i vostri doni d’amore,

invece Io li trattengo sul Cuore

e poi, li offro come fiori profumati al Padre”.

 
Vedo le sue Mani riempirsi di fiori variopinti.

 
Ma subito, al posto di Gesù, vedo un Sacerdote in un confessionale. Le sue mani sono bucate largamente come le stesse Mani di Gesù, nell’immagine precedente.

È ancora la Voce dolce di Gesù a dirmi:

 
“Quando il peccato non passa per le “mie Mani”,

ritorna sempre nel cuore dell’uomo,

là dove aveva preso dimora”.

 
Comprendo, che Gesù vuole comunicare la sua Infinita Misericordia che si manifesta sacramentalmente nel Ministero Sacerdotale della Riconciliazione.

La remissione dei peccati non può avvenire che attraverso il Ministero della Santa Madre Chiesa, mediante la Confessione dei nostri peccati a colui che, per “mandato”, ha le mani bucate come lo stesso Gesù, per non trattenere il peccato, ma per lasciarlo cadere, per sempre, nella caldaia della sua Infinita Misericordia.

Aveva detto un giorno Gesù: “Pace a voi. Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi. Ricevete lo Spirito Santo. A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi” (Gv 20,21-22).

 
 

10 settembre 2002, Martedì

 
Sostando in preghiera nella Cattedrale Sacro Cuore di Parigi, contemplo il bellissimo mosaico che sovrasta il presbiterio e subito vengo invasa da una indicibile commozione.

Gesù appare vivo allo sguardo interiore, segna la mia fronte, la mia bocca e il mio cuore con il Segno di Croce, poi con dolcezza e fermezza, con un atto solenne della sua Mano, incide inaspettatamente il mio costato, aprendovi una larga ferita. Io non avverto alcun dolore. Ma subito, come in uno specchio, vedo il mio cuore completamente libero. Non è attaccato a nessun altro organo, non sanguina minimamente, non c’è segno di tagli o di ferite. È come se stesse lì, sospeso in quella cavità.

Gesù attende… e invita tacitamente.

Come fosse un gesto naturale, infilo la mia mano nel mio costato per prendere il mio cuore e donarlo a Gesù. Lo spazio intorno è sorprendentemente largo…

La Voce del mio Signore è soave al mio orecchio interiore:

 
“Dillo al mondo:

sempre, Io circoncido il vostro cuore con la mia Grazia

per renderlo libero;

ma sempre attendo che voi, liberamente, me lo doniate”.

 
Comprendo pienamente e con commozione profonda ringrazio:

 
“O Signore mio, Gesù mio!

Sì, Tu non rubi mai il nostro cuore.

Tu, hai sete di cuori circoncisi per Te e per Te solo!”

 
È mezzogiorno ed entro ancora nella chiesa di Santa Cecilia per partecipare alla Santa Messa. Voglio offrirla in ringraziamento per tutte le persone che mi aiutano e mi sostengono nelle difficoltà e nelle contraddizioni che spesso mi fanno soffrire e mi lasciano sgomenta. In particolare oggi prego per Padre J. B. E Gesù, teneramente, mi comunica:

 
“Ti ho affidata a persone sicure e a Sacerdoti santi!

Il resto non ha importanza!”

 
“O mio dolcissimo Signore, grazie!”

 
 

7 dicembre 2002, Sabato

 
La recita della Coroncina dell’Amore si è dimostrata ormai un mezzo molto efficace per ottenere da Gesù grazie fisiche e spirituali. Allora mi è venuto spontaneo aggiungere, al termine della preghiera, una decina con la giaculatoria: “Gesù, Ti amo, grazie!” E ho invitato anche altri a farlo.

Questa mattina, mentre stavo ringraziando dopo aver recitato la Coroncina, vedo interiormente Gesù in bianche vesti. È seduto sui talloni e traccia disegni su della sabbia fine e un po’ rossiccia.

Poi l’immagine si ingrandisce sempre di più, fino a mostrarmi un intero deserto, ondulato e immenso.

Deserto e cielo… e un sole fortissimo, alto come a mezzogiorno.

Non vedo Gesù in volto, allora mi faccio il Segno di Croce.

Allora Gesù si alza in piedi con tutta la sua imponente bellezza.

È tanta la luce che emana la figura di Gesù, tanto forte e alto il sole sulla sabbia, da sembrare che tutto sia infuocato. Non ci sono ombre nel deserto assolato. Non so perché, ma questo mi colpisce molto profondamente.

Gesù alza gli occhi al cielo e io vedo che sta piangendo.

 “Oh, Gesù, perché piangi?”

 Gesù mi rassicura e mi risponde:

 
“Sì, sono Io!

Sono la Luce del mondo,

ma non posso riflettere la mia Luce,

perché nel deserto non ci sono zone d’ombra.

Scrivi, scrivi”.

 
Gesù attende che prenda penna e quaderno, poi riprende:

 
“La gratitudine è refrigerio al mio cuore,

come la pioggia è refrigerio per la terra.

La gratitudine è il sentimento

che muove il mio Cuore a donare ancora.

Io, vostro Dio, dono rispettando la libertà dei miei figli.

La gratitudine è il termometro

che mi conferma che ciò che già ho donato è gradito.

Ah, mai come dopo un rendimento di grazia

Io mi sento libero di agire e di donare ancora a piene mani.

Sì, allora so di poter donare tutta la mia Luce,

perché so che la mia Luce rifletterà sui miei figli,

rischiarando le zone d’ombra dei vostri cuori.”

 
“O Gesù, tutto ciò è bellissimo!

Ancora, questo tuo insegnamento non è altro che un eccesso della tua infinita Misericordia.

Anche noi, quando ci offriamo spontaneamente per un servizio o un dono a un nostro fratello, abbiamo poi bisogno di accertarci che sia stato gradito, affinché anche il nostro amore non diventi mai imposizione”.

 
Gesù continua:

 
“Sì, la mia Infinita Misericordia non si impone mai!

Ma questo mondo, creato dal Padre Celeste,

per nutrirsi di Misericordia,

è divenuto un deserto arido, senz’acqua,

perché rifiuta la mia Misericordia.

La mia Luce non riflette più,

bruciata e resa vana nei meandri dell’indifferenza

e dell’ingratitudine.

 

Sì, piccola figlia mia,

Mi sto movendo ormai in un deserto

sempre più vasto di cuori ingrati,

dove la mia Misericordia non viene accolta.

Come nel deserto,

la pioggia della mia Misericordia passa,

senza produrre frutti.

Grazie, figlia mia, che inviti a ringraziare!

 

In verità ti dico:

“Un rendimento di grazie,

Mi spinge a completare l’Opera iniziata in un’anima

per puro Amore!

 

La Vergine Maria, l’Immacolata Madre,

ha ornato il suo “sì” all’azione dello Spirito Santo,

con un alto e sublime inno di gratitudine

e riconoscenza a Dio: il Magnificat!

che rinnovò ogni giorno.

 

Lo Spirito Santo

seppe di poter continuare a riempirla di Grazia,

senza violare la sua Volontà.

Io stesso, Io, vostro Dio,

sempre resi grazie al Padre mio e Padre vostro,

per i doni e per i miracoli che Egli mi concedeva di operare.

 

Quando la mia Misericordia non è più richiesta,

non è gradita,

Io sono costretto a lasciarvi la mia Giustizia,

che altro non è che l’altra faccia della mia stessa Misericordia;

nel rispetto, fino al mio perenne Martirio,

del dono più alto fatto all’umanità:

la libertà dei figli di Dio!

Grazie, figlia mia!”

 

“Oh, grazie a Te, Gesù mio!”

 
Mi sento impotente e mi sembra di comprendere che Gesù è stanco di parlare a un popolo che non sa ascoltare…

 

11 dicembre 2002, Mercoledì

 
Sono commossa! Proprio oggi il Santo Padre, Giovanni Paolo II, nella sua catechesi durante l’udienza generale, commentando il cantico di Geremia (14,17-21), parla del “silenzio di Dio”.

Grazie, Gesù, che hai voluto unirmi al pensiero della tua Santa Chiesa, autorevolmente guidata da Giovanni Paolo II.

Ascoltaci, o Signore!

 
 

17 gennaio 2003, Venerdì

 
Non so esattamente in quale momento della giornata, ma contemplando Gesù nel mio cuore, mentre mi occupavo delle cose ordinarie, ho vissuto questa significativa esperienza:

Un pensiero si affacciava alla mia mente; un pensiero che esprimo a Gesù:

“In ogni Santa Messa, ascoltiamo e proclamiamo insieme con il Sacerdote: “Annunciamo la tua morte, o Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta”. Mi sembra che in questi ultimi tempi, grazie all’intervento particolare della Vergine Maria e del Santo Padre, noi cristiani siamo diventati più consapevoli di stare vivendo il tempo dell’attesa della tua venuta. Tuttavia, mio Signore, come ti stiamo attendendo?

Si attende forse un ospite importante e per di più, una persona che si ama, facendoci guerra nel suo Nome? Dimmi, Gesù: Come dovremmo attenderti? Come vorresti che noi ti attendessimo?

E Gesù, l’Amore umile e Santo, mi colpisce per la semplicità della sua risposta:

 
“Come Giovanni!

L’Apostolo dell’Amore

che non rifiutò la Croce

e non fuggì da Maria, sua Madre!”

 
E' significativa questa risposta proprio oggi, alla vigilia dell'inizio dell' Ottavario di preghiere per l'Unità dei cristiani.

Sì, solamente innestati sulla Croce e in Maria, come Giovanni, sapremo riconoscere il Risorto!

Sì, Signore nostro, così sia!

 

12 giugno 2003, Giovedì

 

Durante la Santa Messa, penso, ma come se Gesù stesso mi richiamasse a questo pensiero, al Sacro Cuore di Gesù.

E presto il Sacro Cuore di Gesù si fa presente a me, interiormente, con la sua bella tunica bianca e il manto rosso.

La tunica improvvisamente si squarcia, mentre Egli tiene una Mano all’altezza del suo Cuore, come per sorreggerlo.

Poi, come se il Cuore di Gesù scoppiasse, copioso Sangue gronda attraverso la sua Mano che non può più contenerlo.

E Gesù, gravemente ma dolcemente, afferma:

 
«Vedi, non basta più la mia stessa Mano

a contenere il sangue che sgorga dal mio Cuore straziato…

Ma presto verrà distrutto

tutto ciò che si è infiltrato nella mia Chiesa.

Solo i pilastri che sorreggono la mia Chiesa non crolleranno!»


«Che cosa intendi dire, mio Signore? Quali pilastri?»

 
Mentre attendo la risposta di Gesù, vedo, dapprima una grandissima chiesa, che mi ricorda San Pietro a Roma.

Colonne di stile romanico reggono tutta questa imponente struttura.

La colonna centrale del presbiterio è molto grande, mentre dodici colonne più piccole, sei per parte, paiono condurre dal fondo della chiesa alla colonna centrale.

Poi, fra queste colonne inizia a soffiare un vento forte che spazza via ogni cosa, mentre Gesù mi risponde, affermando solennemente e scandendo bene le parole:

«Il Santo Padre!

I Vescovi fedeli al Papa!

I Sacerdoti fedeli a questi Vescovi!

Sì, è venuto il tempo della purificazione!»

La solennità con la quale Gesù afferma queste cose, mi lascia con gli occhi dello spirito dilatati, spalancati su quelle colonne di stile romanico che si fanno man mano sempre più pulite e splendenti, al passaggio del vento che spazza via ogni altra cosa.

È il vento dello Spirito Santo: segno della Giustizia e della Misericordia Divina!

Così sia!

 

15 agosto 2003, Venerdì

Assunzione di Maria Santissima al Cielo

 
Il caldo eccezionale di questa estate non da tregua.

Questa mattina, mentre mi stavo preparando per uscire e andare in Chiesa per la Santa Messa, all’improvviso sento nel cuore queste parole:

«Voi donne non siate provocanti!

Non siete state pensate dal Creatore per questo».

Rimango sorpresa e stupita: non comprendo, tuttavia, quasi istintivamente, esamino più attentamente ciò che sto per indossare.

Questo intervento nel mio cuore, che riconosco come Voce dello Spirito Santo e che trova ampio riscontro nella realtà di ogni giorno, in modo particolare in questa stagione, mi porta a riflettere molto attentamente su questo punto.

Penso all’uso che fa la televisione in particolare del corpo della donna, e penso alla sofferenza di Gesù. Penso alla bellezza di Maria, la più bella di tutte le donne. Penso alla sua deliziosa modestia e alla sua straordinaria bellezza che incanta e porta a contemplare Gesù…

Perché proprio oggi, giorno della sua Assunzione al Cielo, lo Spirito Santo ammonisce noi, donne di questo tempo?

Più penso a questo fatto e più ne sono profondamente colpita.

Penso all’affermazione di San Paolo (1 Cor 6,19-20), «O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!».

Perdonaci e salvaci, Signore!


26 agosto 2003, Martedì

 

Sul portale esterno della chiesa di San F. e Santuario della Regina del Santo Rosario, da qualche giorno sono esposti numerosi fogli; ma essendo purtroppo sempre frettolosa per i tanti impegni che ho oltre il lavoro, non ho potuto finora fermarmi per leggerli.

 
Durante la Santa Messa, Gesù Eucaristia, come se volesse continuare un discorso iniziato con le parole sentite nel cuore il 15 agosto, amorevolmente e tristemente ancora ammonisce:

 
«La donna non è stata creata per provocare l’uomo,

ma per custodire il suo cuore,

e per portare il cuore dell’uomo a Me.

Quanto si è allontanata dal Progetto iniziale!

Quanta dignità era stata infusa in lei…

Quanto la donna si è allontanata

da questo Progetto del Padre!…»

 
Sento tutto questo nel cuore come un lamento del mio Gesù, per questa triste verità.

Satana oggi tenta sempre più subdolamente, usando la nostra vanità, l’ignoranza e la superbia.

Forse, ingenuamente, le donne non sono consapevoli di sbagliare indossando certi abiti ormai comuni, oppure adottando certi linguaggi che non fanno esaltare la vera femminilità e la dolcezza, qualità delle quali la donna è stata dotata naturalmente fin dall’eternità!

Forse non si è pienamente consapevoli del sottile intervento del nemico anche, e soprattutto, attraverso i costumi e la moda.

Perdonaci, Gesù, e salvaci!

 Oggi, finalmente, sono abbastanza libera e mi posso fermare più a lungo in adorazione davanti al Santissimo Sacramento.

Non so perché, ma ciò che ho sentito nuovamente nel cuore porta il mio spirito a pensare intensamente alla bellezza della croce di Cristo, alla sua Croce Gloriosa.

Penso alla sua Luce aperta su tutte le tenebre del mondo; e quindi sulla tenebra della sensualità che imprigiona e svilisce l’essere umano.

Ah, la Luce: anelo ad essa con un sospiro…

 
Esco dalla chiesa con una maggiore consapevolezza della mia responsabilità verso Dio.

Ho ancora un attimo di tempo e posso fermarmi, finalmente, per leggere i fogli che da qualche giorno, sulla porta della chiesa, hanno attirato la mia attenzione.

Rimango stupita per quanto leggo, come paralizzata!

Il titolo è: La moda e il decoro cristiano.

Esso è seguito da una frase tratta dal Messaggio della Madonna a Giacinta di Fatima nel 1919: «Verranno certe mode che offenderanno molto Gesù». (Testo pubblicato dai Volontari seminatori della Carità – Via Pio XI, Trav. De Blasio, 31 – 89133 Reggio Calabria RC).

Segue poi tutto un lungo testo, ma questo basta per stupirmi…

Ora comprendo: è una conferma perfetta che Gesù ha voluto darmi. Per questo ha permesso che soltanto oggi io potessi leggere questo messaggio e quanto segue nel documento.

Grazie, Gesù!

Insegnaci ad imitare Maria!

Insegnaci il suo Sì!

Insegnaci a credere che a Te nulla è impossibile!

Insegnaci che la Luce e lo splendore della tua Croce Gloriosa coprirà un giorno e per sempre ogni bruttura! Amen!

 

24 dicembre 2003, Mercoledì

 
Durante la Santa Messa del mattino, ultima della Novena del Santo Natale, si odono i canti delle Profezie che annunciano la nascita del Salvatore. Il presepe, già da tempo preparato, è là, sotto l’altare in attesa di accogliere il Celeste Bambino.

Le sofferenze che ogni anno mi accompagnano fin dall’inizio del mese di novembre, e tutta l’angoscia che provo per le sofferenze di nostro Signore, svaniscono all’improvviso come neve al sole.

Una gioia profonda mi invade e…

Vedo Maria, con la tunica immacolata e il manto azzurro intenso tutto profilato d’oro. I suoi capelli sono sciolti e lunghi oltre le spalle.

Tiene fra le braccia il Bambino Gesù: ma presto Lo alza, con le braccia tese per farlo vedere a tutti. Poi si muove con il Bambino in tutte le direzioni, come per richiamare l’attenzione su di Lui, ma… anche così, non riesce ad ottenere l’attenzione desiderata per il suo Piccolo.

L’Immacolata Mamma allora compie un’azione che mi colma di ammirazione: chiama il suo Sposo Celeste!

Ella invoca umilmente e accoratamente lo Spirito Santo, pregandolo per noi, con la Sequenza che conosciamo.

Poi ancora implora:

 
«Adveniat Regnum Tuum!

Adveniat Regnum Tuum!…».

 
Il Bambino Gesù è ora avvolto completamente da una grande Luce, e nel mio cuore intendo che Maria ha invocato la Luce Potentissima dello Spirito Santo, affinché tutti i suoi figli, ciechi e tardi di cuore, abbiano a comprendere la grandezza e la bellezza del Santo Natale, ma soprattutto la sua Natura Profetica:

Gesù è nato per la Risurrezione!

Gesù è nato per la Gloria!

Per la Gloria del suo Regno.

C’è bisogno di Luce per vedere la Luce!

Grazie, Maria!

 
Dopo la Santa Messa, il mio Padre Spirituale, compie un rito che ogni anno mi riempie di tenerezza e di sempre nuova ammirazione.

Non essendo prevista in questa nostra bellissima e carissima chiesa, santuario di Maria, ma non chiesa parrocchiale, la Messa di Mezzanotte, si compie già il mattino questo rito che festeggia in anticipo di qualche ora la nascita di Gesù.

Don R., rivestito di particolari paramenti sacri, data la solennità dell’Evento, porta in processione una bellissima statua raffigurante il Celeste Bambino, della grandezza di un neonato normale e, tenendolo con commovente venerazione, lo pone poi sull’altare.

Il Bambino viene incensato e benedetto. Poi, prima di essere deposto nella cuna piena di paglia e posta sul pavimento ai piedi del santo altare, al centro del Presepe, lo offre al bacio dei fedeli.

Al termine della funzione rimango, con molte altre persone, in adorazione di Gesù Bambino.

 
Contemplo…

Sotto l’altare, circondato di luci multicolori e danzanti, è raccontata la Natività di nostro Signore.

Sopra l’altare, è l’Ostensorio d’oro e argento scintillante, che racchiude la Maestà di nostro Signore.

Le luci e i faretti della chiesa, ormai nella semioscurità, per favorire il raccoglimento e la preghiera di adorazione silenziosa, sono appositamente orientati sull’altare, per dare giusto risalto alla Realtà più grande di questo giorno: Dio che nasce in mezzo a noi: la Luce fra le tenebre.

La grande Croce che sovrasta il Tabernacolo in tutta la sua grandezza, è anch’essa nell’ombra…

I miei occhi interiori improvvisamente si dilatano enormemente su ciò che vedono semplicemente i miei occhi fisici.

Come attraverso un prisma vedo alternativamente il Presepe e poi l’Ostensorio, mentre il grande e meraviglioso Crocifisso, che tante volte, era stato l’unica immagine a occupare il mio sguardo interiore, mentre tutto il resto spariva, ora scompare del tutto.

I miei occhi interiori vedono solamente Gesù che nasce e Gesù risorto!

È come se il Crocifisso volesse misteriosamente celarsi… oppure mettersi in ombra… o rimanere in prospettiva.

E Gesù, come unica risposta alla domanda tacita del mio cuore, afferma e conferma:

 
«Sì, Io sono il Principio e la Fine!»


Comprendo.

Gesù fin dalla gioia del Natale vuole parlarci e proiettarci nella gioia infinita della Pasqua.

È come se Gesù, quest’anno, già a Natale, volesse farci osservare la Croce in modo nuovo: non come fine, ma come unica Via che unisce la sua Nascita alla sua Gloria, nell’unica beata speranza del suo Regno di Pace e di Luce!

In questo mondo terribile, Gesù ci invita a vedere la Croce oltre la croce.

Buon Natale, Gesù!

 
31 dicembre 2003, Notte di fine anno

Durante la Santa Messa, penso a questo anno 2003 che sta volgendo al termine.

Penso a quanto sia nuova ogni giorno la mia vita, camminando con il Signore.

Penso a quante persone si affannano ancora, in questa notte, per ubriacarsi di emozioni in questa notte che lasciano il cuore vuoto: lontani da Gesù, ignari che ogni anno è dono di Dio.

Questa era la regola anche per me, prima di incontrare Colui che solo è.

Penso che questa notte, più di ogni altra, sia da dedicare a Gesù, Colui che è Signore della storia del genere umano. La sua venuta ha diviso il tempo in : «prima» e «dopo» di Lui.

È Lui il vero protagonista del nostro Capodanno. Ma in realtà il mondo chi festeggia questa notte?

Penso a quanto noi, figli di Dio, siamo ignoranti delle cose del Padre Nostro, se Lui, Lui stesso non ci inviasse il suo Santo Spirito per illuminarci.

Assorta in questi pensieri, guardo i miei amici e ringrazio Gesù per tutto ciò che ci sta donando. Allora i miei occhi interiori si posano su un’altra realtà.

Vedo Gesù, splendente nella sua tunica bianca.

L’aspetto è simile al Gesù Misericordioso di Santa Faustina Kowalska; ma ora, sulle sue spalle, è appoggiato un mantello rosso fuoco.

Gesù ci sta dinanzi tenendo le braccia lungo il corpo con i palmi delle sue Mani sante rivolti verso di noi. Lo sguardo è di una mitezza e tenerezza che incanta e strugge il mio cuore costantemente arido.

Egli lentamente e solennemente dichiara:

 
«Io mi sono fatto prigioniero d’amore per voi!

Le mie Mani bruciano d’amore per voi!

Ricordalo al mondo!»


Il mio cuore comprende profondamente una verità che ancora oggi più che mai mi sconcerta.

 «Dio è Amore!» scrive l’Evangelista San Giovanni!

Gesù è Amore! E come Dio, non può che amarci…

Ma, Gesù, vero Dio e vero Uomo, come Uomo ci ha amati e continua ad amarci liberamente.

Morendo sulla Croce per noi, Gesù ha scelto, con un atto di pura volontà, di amarci eternamente, facendo violenza a Sé stesso e vincendo la ripugnanza naturale per la inaudita sofferenza che lo attendeva.

Lui disse quando chiese la «Coroncina dell’Amore»:

 
«Dirai che Io chiedo l’amore,

perché per donare l’amore

ci vuole consapevolezza…».

 
Gesù continua volontariamente a girare le pagine di questa storia d’Amore, giorno dopo giorno, anno dopo anno, sovente non ricambiato, perché questa è la Volontà sublime d’Amore del Padre Suo e Padre Nostro!

È questo il dono del nuovo anno nel Signore!

 
 

12 marzo 2004, Venerdì

 
Alla sera, durante la Santa Messa, si prega intensamente per la guarigione e la liberazione da tutti i mali. Al momento della Consacrazione, i miei occhi interiori non vedono più ciò che sta accadendo sull’altare…

Gesù stesso, in tutta la sua imponente bellezza e pur tuttavia in un atteggiamento di profondissima umiltà, prende il posto del Sacerdote, Padre G., che consacra il Pane e il Vino.

Ma sull’altare ora non c’è più Pane e Vino…

In questo momento le stupende Mani di Gesù, sono così, umili e aperte sul bianco della tovaglia di lino dell’altare, in segno di Sacrificio e di Offerta…

Poi, mentre concretamente e realmente Padre G. innalza l’Ostia Santa, ecco che sull’altare nudo del mio intimo vedere, Gesù accoglie tra le Mani immacolate l’intero globo terrestre, lo consacra e lo offre al Padre Celeste.

L’Ostia Santa, in questa straordinaria Santa Messa, è rappresentata  nel mio cuore dall’Umanità intera, offerta al Padre Dio Creatore in unione al Cristo Dio Redentore.

È una immagine di grande significato, inaccessibile e… inesplicabile per noi. Tentare di descriverla, mi lascia la sensazione di aver appena appena osato balbettare…

Lo Spirito Santo aggiungerà di Suo, nel cuore di quanti umilmente leggeranno.

Gloria a Dio!

Così sia!

 

21 novembre 2004, Domenica

festa di Cristo Re dell’Universo

 
Durante la Santa Messa, vedo Gesù, bellissimo e regale, avvolto nel suo manto rosso.

Gesù tiene nelle sue bellissime Mani, un nastro, che fa scorrere come un interminabile nastro di un elettrocardiogramma, sul quale si incidono molti nomi.

Questo nastro non è di materiale conosciuto, ma pare impalpabile e indefinibile.

Non vedo che Gesù poggi i piedi su qualcosa: Egli è il Re dell’universo e afferma:

 

«I vostri nomi sono scritti in Cielo dall’Eternità.

Ma beati coloro il cui nome è scritto qui.

Essi faranno parte del mio Regno!»

 
Il nastro ora sale verso il Cielo e… io comprendo: è un nastro celeste che nasce nel Cuore di Cristo.

La scelta personale di ognuno di noi per il Cuore innamorato di Cristo, ci assicura il Paradiso!

Gloria a Dio!

 
 

Capodanno 2005

 
Il 28 dicembre 2004 parto per un pellegrinaggio parrocchiale in Terra Santa. Desideravo tanto tornarci. Questa è la terza volta e non vedo l’ora di rivedere i luoghi di Gesù e di Maria.

Appena saliti sull’autobus che ci porterà dall’aeroporto di Tell Aviv al Monte Carmelo, ringrazio Gesù, mentre subito, interiormente, Lo vedo in una immagine toccante:

Gesù stesso, con il suo corpo, immenso e glorioso, è all’orizzonte, al centro di un altrettanto immenso braciere ardente.

È lo stesso Corpo glorioso di Cristo il vero «Roveto ardente». Le fiamme vive, ardono intorno al Corpo ormai incandescente di Gesù, ma il suo santo Corpo non brucia, non si consuma.

Questa sconvolgente immagine, mi accompagna fino al Monte Carmelo: non c’è altra strada, altro orizzonte davanti agli occhi del mio spirito.

Non so perché Gesù accolga il nostro arrivo con questa immagine…

Ma Gesù stesso afferma con voce chiara:

 
«Al termine del pellegrinaggio comprenderai…».

 
A Cana di Galilea, il mio cuore è flagellato da tentazioni e tristezze senza fine.

Ma, nella chiesetta, sorta sul luogo del Miracolo, avviene qualcosa di troppo grande e troppo intimo perché io possa scriverlo: un dono segreto fra Gesù e me.

Per ora rimarrà racchiuso nel mio cuore, fino a quando Gesù o il mio Padre Spirituale non ritenessero che io lo debba mettere in carta. Ma allora solo per obbedienza lo scriverò, anche se mi costerà assai il doverlo fare.

Anche Maria, custodiva molte cose nel suo cuore (cf Lc 2,51).

 

«L’anima mia magnifica il Signore

e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore

perché ha guardato l’umiltà della sua serva!»

Amen.

 

Mai come questa volta, la visita alla Basilica del Santo Sepolcro, mi tocca tanto profondamente.

La semioscurità costante in questo luogo, è come se rivelasse, ancora oggi, la luce insufficiente dei nostri cuori, la semioscurità nella quale è immerso il nostro povero mondo.

Avverto come se il Mistero della Risurrezione, avvenuto proprio qui, nel Santo Sepolcro, in realtà sia rimasto, lungo i secoli, nella semioscurità  dei nostri cuori e del nostro spirito.

Vorrei spalancare le porte del Santo Sepolcro e gridare al mondo intero:

 

«Qui è la Luce, la Luce vera!

Qui è la Luce del mondo!

Su, rotoliamo via la pietra!

È qui! Gesù, è risorto!

 

Penso a Maria Maddalena…

Il mio cuore scoppia…

Perché è ancora così buio?

 

Spalanchiamo noi, presto, le porte del Santo Sepolcro!

Spalanchiamo le porte del nostro cuore a Cristo Risorto!

 

L’ultima sera di permanenza a Gerusalemme, concludiamo il nostro pellegrinaggio in Terra Santa con una Liturgia Penitenziale nella chiesa dell’Orto degli Ulivi (Getzemani), intorno alla pietra dove Gesù ha sudato Sangue.

Mentre contemplavo la pietra santa, improvvisamente i miei occhi interiori si sono dilatati enormemente, tanto da sentire come una trasformazione anche fisica.

Il mio corpo è qui, ma il mio spirito si trova inspiegabilmente nel Santo Sepolcro. Non so se è uscita da me una esclamazione: ma, sono come folgorata. Mi sforzo di descrivere ciò che vedono i miei occhi interiori:

 Una immensa Croce Gloriosa di Luce purissima e chiarissima, straordinaria, è apparsa nel Santo Sepolcro. La Croce è, non più verticale, ma orizzontale. Le sue braccia sono distese su tutto ciò che è contenuto in quel luogo e illumina con bagliori indescrivibili ogni angolo, ogni più piccolo punto, in una luce soprannaturale che non esiste su questa terra.

Le porte del Santo Sepolcro non esistono più. La Croce Gloriosa è infinita: non ha più confini.

Tutto è compreso nella sua Realtà presente!

Questa è la Luce del mondo

Il Golgota è la Luce del mondo!

Gesù è risorto! Alleluia!

 

12 giugno 2005, Domenica

 

Il mio Cuore è a volte come sotto anestesia e ho timore di non saper ascoltare bene la voce di Gesù, di non portare avanti con la massima fedeltà il compito che Lui mi ha affidato.

Molte persone mi chiedono tante cose e troppe volte: «Quando verrà, Gesù?»

C’è tanta sofferenza nell’umanità, ma che posso fare con la mia miseria? Gesù, aiutami.

E Gesù parla al mio cuore:

 

«Quando voi meno ve lo aspetterete,

Io verrò!

Tu segui la guida dei Sacerdoti.

Tutto ciò che dovevo rivelarvi

vi è stato rivelato!

Meditate!»

 

Grazie, Gesù, sia fatta la tua Volontà!

Amen!

 

18 gennaio 2006, Mercoledì

 
Partecipo alla Santa Messa nel bellissimo Duomo di S. Entro per tempo e inizio a recitare il Santo Rosario. Al primo mistero, ecco dilatarsi i miei occhi interiori su una immagine di infinito: mare e cielo che si confondono.

Dalla curva terrestre emerge, fino a metà busto, la figura di Gesù, immenso e glorioso. I capelli lunghi, appena ondulati, di color biondo scuro, gli occhi di Cielo…

Il mare, il cielo, la terra, Gesù, un’unica realtà viva, vivificante…

Non riesco a contenerla in me.

È l’Immensità!

Gesù con Voce dolce e potente parla al mio cuore:

«Io sono Colui che è, che era, che sarà!

Io sono il Risorto!

Ricordalo al mondo!»

Rimango immersa in una riflessione profonda.

L’attesa di Gesù è l’atteggiamento più vero, più realistico, più consono alla nostra realtà umana.

La terra, il cielo, il mare, l’umanità, la creazione tutta fatta da Gesù: noi attendiamo la sua nuova Manifestazione: la nostra trasfigurazione!

Io credo: in Lui sussistono tutte le cose: quelle del cielo e quelle della terra. In me, per puro dono, avviene una comprensione profonda più che mai di questa parola del Vangelo di Giovanni (1,1-14):

 

«In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

Egli era in principio presso Dio:

tutto è stato fatto per mezzo di lui,

e senza di lui niente è stato fatto

di tutto ciò che esiste.

 

In Lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

la luce splende nelle tenebre,

ma le tenebre non l’hanno accolta.

 

Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

Egli era nel mondo,

e il mondo fu fatto per mezzo di lui,

eppure il mondo non lo riconobbe.

Venne tra la sua gente,

ma i suoi non l’hanno accolto.

 

A quanti però l’hanno accolto,

ha dato il potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

i quali non da sangue,

né da volere di carne,

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi vedemmo la sua gloria,

gloria come di unigenito dal Padre,

pieno di grazia e di verità».

 

Amiamo e adoriamo!

 

15 aprile 2006, Veglia Pasquale

 
Durante la Santa Messa della Veglia Pasquale, al momento della elevazione dell’Ostia Santa, vedo all’improvviso divampare dalle Sante Piaghe delle Mani di Gesù un incendio, di fuoco vivissimo e trasparente.

Poi, quando il Sacerdote alza il calice contenente il Sangue Prezioso di Gesù, ecco che vedo incendiarsi il Cuore di Gesù. Quando proclamiamo «Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta», ecco che lo stesso Corpo di Cristo divampa in un immenso falò.

Gesù afferma:

 
«Il mio Amore e la mia Volontà

si sono incendiati per salvarvi.

Io sono il Fuoco vivo disceso dal Cielo».

 
Comprendo che Gesù ci vuole trasmettere la realtà del suo Cuore, centro dell’Amore vero. E percepisco che ci presenta le sue Mani come segno della sua Volontà e della sua Azione di salvezza.

Gesù ci salva con la sua Incarnazione e con la sua Divinità. Egli continua ad agire nel mondo nella sua vera Natura divina e umana.

 
 

22 aprile 2006, Sabato

Vigilia della festa della Divina Misericordia

 

Recito il Santo Rosario davanti a un quadro di Gesù Misericordioso che è esposto vicino all’altare. Al termine della recita dei cinque Misteri, improvvisamente, Gesù Misericordioso, dal quadro stesso si fa presente al mio cuore. Egli fissa il suo sguardo su di me e tacitamente mi invita:

 
«Ricorda al mondo…»

… e attende la mia risposta.

 «Sì, Gesù!»

 Ed Egli parla nuovamente al mio cuore:

 «I tesori della mia infinita Misericordia

bruceranno ogni impurità:

ma guai agli impenitenti!»

 
Sono colpita dall’essenzialità delle sue Parole. Non a caso mi trovo al termine della Corona. Allora ripeto per tre volte, con vero trasporto di misericordia, trasmessomi da Gesù stesso, l’invocazione:

 
«Gesù mio,

perdona le nostre colpe,

preservaci dal fuoco dell’inferno,

porta in cielo tutte le anime

Specialmente le più bisognose della tua misericordia».

 
Poi, quasi senza accorgermene, mi sento invadere da una grande pace: il mio stesso cuore è completamente rasserenato: in questo momento nulla più mi turba.

È un attimo di Paradiso!

O Gesù, come possono vivere molti

senza conoscere la tua Misericordia?

 
Guardo il Crocifisso e l’Ostia Santa racchiusa nell’ostensorio esposto sull’altare. Guardo Gesù Misericordioso e comprendo profondamente il progetto di Gesù, che va dalla sua Morte alla sua Risurrezione, fino al dono della sua Misericordia per noi, svelataci in modo nuovo e straordinario dalla Santa Faustina Kowalska.

Poi il mio sguardo scorre all’inverso, ossia dal dipinto di Gesù Misericordioso, poi all’Ostia Santa, e infine allo splendido Crocifisso.

Allora entro ancor più profondamente nel Mistero della insondabile Misericordia di Dio Padre. Lui stesso, che ha inviato per purissima Misericordia, il suo amatissimo Figlio, a spargere nel mondo, per noi, i suoi inesauribili Doni di infinito Amore e di Salvezza.

Penso all’unione profonda che scaturisce dalla recita della Coroncina della Misericordia e della Coroncina dell’Amore.

Esse sono «àncore» lanciate a noi, uomini di questo tempo, bisognosi più che mai, di Perdono, di Amore e di Misericordia!

La mia gratitudine è immensa.

Così sia!



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